Mer. 24 Apr. 2024
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Sesto, ok al piano di rientro. Pd: “Lacrime e sangue”. Aumenta l’Irpef

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Il consiglio comunale di Sesto San Giovanni ha approvato a maggioranza il nuovo piano di riequilibrio finanziario pluriennale che va a ripianare i debiti delle casse comunali.

“Dopo aver assistito per mesi a critiche insensate, da una sinistra sestese in evidente decadimento e chiaramente imbarazzata, siamo arrivati all’approvazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale. Gli attacchi personali – commenta l’assessore al Bilancio, Nicoletta Pini – sono stati squalificanti ma non ci hanno minimamente colpito. Il nostro unico interesse era risanare i conti di un Comune portato sull’orlo del precipizio da questa sinistra inaffidabile. Malgrado l’atteggiamento della sinistra, siamo arrivati a compiere l’ultimo passo formale con l’approvazione del piano che oggi vede l’ente esposto per 26 milioni, e che ci vedrà tutti comunque impegnati nei prossimi anni per ristrutturarlo. Da oggi si cambia registro, è finita l’era degli sprechi, della contabilità ‘creativa’ ed anche degli abusi dell’uso del denaro pubblico. Parte una fase, grazie alla nostra amministrazione, concentrata sull’adozione di scelte finalizzate agli interessi veri della collettività sestese. Ringrazio gli uffici per l’enorme lavoro di questo periodo”. Aggiunge il sindaco Di Stefano: “Ringrazio la maggioranza per aver votato compatta questo piano per uscire da questo momento molto difficile. Ora andiamo avanti, con serietà e fiducia, per portare avanti i nostri progetti. Per una Sesto migliore, capace di risollevarsi dai danni lasciati in eredità dalla sinistra”.

Non hanno tardato gli attacchi della minoranza. Il centro sinistra, capitanato dal Pd, ha definito la misura “lacrime e sangue”, una “finanziaria che graverà pesantemente sui cittadini e sulle famiglie con redditi medio bassi”. “Aumenta al massimo l’addizionale Irpef, con un aumento per tutti del 33%, mentre scende la soglia di esenzione da 18 mila a 15mila euro, con un peso importante sulle famiglie che fino a ieri non pagavano, perché in fascia sociale, e che invece da oggi avranno un incremento fino a 140 euro l’anno. Un sacrificio importante e proibitivo. Aumenta anche la tariffa della mensa e, anche qui, è stato deciso di colpire le famiglie sestesi meno abbienti, con aumenti fino al 94%. La giunta mette a rischio la tenuta di servizi essenziali, e non, del Comune. Nei prossimi 5 anni andranno in pensione 72 dipendenti che non saranno sostituiti. Tra queste anche educatrici degli asili nido. Sono forti i timori che, in conseguenza di questa scelta, il futuro dei servizi cittadini sarà costellato di dismissioni e di chiusure”, dicono i portavoce del centrosinistra. Che aggiungono: “La scoperta del presunto debito fuori bilancio, legato al prolungamento della linea metropolitana M1, risulta ‘provvidenziale’ al primo cittadino, poiché contribuisce a raggiungere la soglia che consente di spalmare in dieci, e non in quattro anni, il piano di rientro, permettendogli di fare scelte precise: aumentare le tasse ai sestesi con i redditi più bassi”.

All’attacco della maggioranza anche il Movimento 5 Stelle: “I sindaco avrebbe dovuto presentare ai cittadini il piano di rientro necessario per sanare le irregolarità contabili trovate in 18 mesi. Avrebbe dovuto, in quanto ha preferito ancora una volta addentrarsi, per più di un’ora e per l’ennesima volta, in uno spot elettorale contro chi del predissesto, ne è stata la causa (precedenti amministrazioni). Inutile soffermarsi sullo spettacolo da circo equestre di cui hanno dato prova alcuni soliti consiglieri di maggioranza alla faccia dei cittadini e con il silenzio complice di alcune liste pseudo civiche, sempre più allineate su posizioni estremiste, brutte copie di alcuni partiti. Da evidenziare la bocciatura dei nostri 2 ordini del giorno, di cui uno che proponeva la rinuncia da parte dello staff del sindaco della preziosa figura del consulente di immagine’ (a uso esclusivo del sindaco, pagato dai cittadini e che avrebbe permesso un risparmio di circa 100.000 euro) o quanto meno la riduzione dell’assegno ad personam dello stesso, anche per equità nei confronti dei dipendenti comunali ai quali sono state tagliate le risorse per il salario accessorio, per circa 300.000 euro”.

 

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