[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO[/textmarker] – Tiene banco a Cinisello Balsamo il dibattito sull’esternalizzazione di un asilo nido a Ipis, l’azienda Insieme per il sociale di cui Cinisello è uno dei Comuni soci. Nei giorni scorsi l’assessore Enrico Zonca ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un commento alla vicenda che ha scatenato centinaia e centinaia di commenti, anche molto duri.
Zonca aveva scritto così: “Forse in questa storia qualcuno non la racconta tutta. Non vorrei scatenare la bufera, io sono l’ultimo che vorrebbe esternalizzare uno dei servizi utili per le famiglie, ma il fatto che ci siano periodicamente educatrici che dopo essere state assunte, dopo un po’ di tempo si presentano con un bel certificato medico che dichiara che non possono sollevare pesi superiori ai 5 kg, quindi non possono più fare le educatrici e quindi devono essere trasferite ad altro ruolo nell’amministrazione comunale, fa riflettere. In questo momento ne abbiamo 11 (undici) in queste condizioni, sembra che fare questo lavoro a CB sia più usurante che lavorare in miniera, oltretutto questa è una situazione che si ripete continuamente, è già successa per decine di persone in passato. Quindi per sopperire a questa strana situazione, dovremmo procedere al ripristino delle educatrici assumendone continuamente di nuove e riempiendo i vari uffici di persone senza alcuna competenza specifica, da formare da zero. Mi pare che un’amministrazione seria non può continuare all’infinito ad assumere persone che dopo poco tempo non sono più idonee all’impiego per cui sono state assunte. Da qui la decisione di esternalizzare, quindi assumere nuove persone in un’azienda pubblica, sulla quale oltretutto CB è Comune capofila, e proseguire con le assunzioni nei settori che ci siamo impegnati a potenziare. Le educatrici con limitazioni non verranno né licenziate né spostate d’imperio. Lo hanno chiesto loro”.
La bufera si è scatenata. E anche l’Rsu dei dipendenti comunali ha risposto, nella serata di ieri, con un lungo comunicato di cui riportiamo i tratti salienti: “Non sappiamo chi abbia fornito a Enrico Zonca le informazioni riportate nel suo post ma non possiamo ignorarlo e ravvisiamo la necessità, al di là delle posizioni delle parti, di ristabilire la verità dei fatti. Tanto per cominciare, nessuna lavoratrice dei servizi per l’infanzia ha mai ‘presentato un bel certificato medico che dichiara che non può sollevare pesi superiori ai 5 kg’, le cose, infatti, non funzionano affatto in questo modo. Spetta al medico del lavoro stabilire, nelle suddette visite, se una lavoratrice è idonea o meno allo svolgimento di una determinata mansione e, nell’ambito delle lavoratrici idonee, se abbia o meno delle limitazioni. Ad oggi nessuna lavoratrice dei servizi per l’infanzia è stata ritenuta inidonea allo svolgimento delle proprie mansioni mentre 6 educatrici sono state ritenute idonee con svariate limitazioni. Di queste, ad oggi, una sola educatrice, ha presentato domanda di trasferimento negli uffici, anzi, la verità è che ci sono casi di lavoratrici che a 14 anni dalla certificazione delle limitazioni continuano a lavorare nei nidi”.
Continua la nota dei sindacati: “Ciò detto, non vi è dubbio sul fatto che il lavoro delle educatrici sia un lavoro usurante. Da sempre, infatti, c’era un canale preferenziale per le mobilità interne per il personale dei servizi per l’infanzia (e anche per gli altri lavori usuranti tra cui, per esempio, la polizia locale). Ciò non ha mai causato problemi agli uffici in quanto, in realtà, il personale educativo ha importanti competenze relazionali necessarie in molte aree dell’amministrazione. Ciò che è accaduto negli ultimi anni è che il perdurare dei blocchi delle assunzioni ha ‘fermato’ per molto tempo il naturale turn over tra nidi e uffici, creando una situazione più critica del normale dal punto di vista delle limitazioni. Anche qui, tanto per ristabilire la verità, l’espressione ‘dopo un po’ di tempo’ utilizzata dall’Assessore corrisponde nel nostro Ente ad un periodo che va da un minimo di 18 anni a un massimo di 32 anni di servizio nei nidi. In definitiva, le educatrici non stanno affatto chiedendo di andare negli uffici ma, nel caso l’amministrazione insistesse nel voler esternalizzare il nido, sarebbero costrette a farlo d’ufficio e in blocco saturando, in questo caso sì, le risorse a copertura delle diverse competenze necessarie agli uffici comunali in carenza di organico”.
Il comunicato si chiude così: “Infine, siamo certamente debitori di una risposta sul tema dell’esternalizzazione del nido la Trottola avvenuta nel 2015. Abbiamo osteggiato, entrando a più riprese in agitazione, l’esternalizzazione dei nidi fin dalla nascita di Ipis in quanto, già allora, pensavamo che la costituzione di questa azienda sarebbe stata un cavallo di troia per smantellare i servizi gestiti in economia. E’ vero che nel 2015 non sono state messe in atto iniziative di lotta a fronte dell’esternalizzazione della Trottola in quanto abbiamo ritenuto che l’effetto combinato delle condizioni di salute del personale di allora e del blocco delle assunzioni non permettesse, nei fatti, alternative praticabili. Forse sbagliammo ma prendemmo atto della situazione chiedendo e ottenendo che, pur nelle ristrettezze delle norma sul turn over, si riprendesse la periodica assunzione di personale educativo al fine di non riprodurre quelle condizioni. Obiettivo, quest’ultimo, che verrebbe totalmente azzerato dal nuovo piano qualora venisse mantenuto nella forma attuale”.