[textmarker color=”E63631″]CUSANO MILANINO[/textmarker] – “Già uomo a 15 anni”. Così Alessandro Barone descrive suo figlio Andrea, che sabato sera è morto dopo essere precipitato in un condotto di areazione dopo esser salito sul tetto di un centro commerciale di Sesto San Giovanni.
“Non era un amante dello sport estremo, per lui voglio verità e giustizia”, chiede con forza un padre che da sabato notte, non smette di soffrire e vuole almeno mettere fine alle “idiozie incredibili” che ha letto su suo figlio. Andrea “era amato da tutti, basta chiedere a chiunque nel quartiere, in centro”.
Barone chiede che “sia cercata la verità: una botola di un metro e mezzo aperta su un tetto non ci deve essere”. Secondo quanto emerso fino ad ora, il ragazzo sarebbe salito sulla sommità della costruzione usando le scale antincendio, esterne all’ingresso del multisala e, a detta del centro stesso, scavalcando barriere e ignorando divieti di accesso. Cercando di scendere è finito in quel buco, il condotto dell’areazione dove è precipitato per 25 metri.
Per dare risposte alla sua morte, la Procura di Monza ha aperto un’inchiesta, un fascicolo per omicidio colposo al momento contro ignoti. Lo ha confermato il Procuratore della Repubblica di Monza Luisa Zanetti, che ha spiegato come l’inchiesta debba “accertare se vi siano state o meno responsabilità”. La notizia, circolata nelle prime ore immediatamente dopo la tragedia, che Andrea e gli amici stessero fuggendo dai vigilantes della struttura è stata definita dagli inquirenti “fantasiosa”, anche se verranno comunque fatti accertamenti in merito.