[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – L‘assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Sesto San Giovanni ha annunciato di avere in previsione di sviluppare uno sportello “No Bullismo” e “Affettività” presso i nuovi uffici di via Maestri del Lavoro e intende avvalersi della professionalità degli educatori comunali e degli Adm del Comune. Il progetto verrà strutturato in autunno e verrà messo in rete con i professionisti dipendenti dell’amministrazione comunale che potranno essere coadiuvati da professionisti provenienti dal mondo associativo e terzo settore.
“Ambedue gli sportelli saranno dedicati esclusivamente ai giovani under 30 (non alle loro famiglie, che invece potranno rivolgersi allo sportello CiDeF presso la Casa delle Associazioni). Non è intenzione dell’amministrazione delegare tali servizi ad associazioni che non presentino al loro interno professionalità specifiche e titoli professionali idonei al servizio svolto”, dicono dal Comune di Sesto. “Le politiche giovanili della città – commenta Roberta Pizzochera, assessore alle Politiche Giovanili – necessitano di un’azione diretta da parte del Comune sulle tematiche quali discriminazione e bullismo, nonchè lo sviluppo di un patrimonio affettivo equilibrato tra i giovani, i loro rapporti reciproci, la famiglia e la scuola senza alcuna distinzione per sesso, etnia, culto e inclinazione sessuale”.
“Inoltre l’assessorato alle politiche giovanili intende evitare ogni tipo di etichettamento legato ad orientamenti sessuali, etnie e culto. L’unica discriminante per poter usufruire dei servizi è e sarà l’età. Lo sportello Lgbt nell’anno 2017 ha di fatto registrato 5 accessi e non tutti di giovani, si suppone che pensare uno sportello ad ampio raggio consenta di intercettare in modo più utile situazioni emotive di disagio e di problematicità sia legato all’omosessualità ma anche all’eterosessualità”, si legge nella nota del Comune. Un comunicato che in un certo modo motiva la scelta della giunta di non rinnovare l’accordo di collaborazione con l’associazione lgbt GayMin Out. “La cronaca documenta infatti come episodi di bullismo siano all’ordine del giorno a causa di stereotipi di genere (bullismo, travaglio interiore ecc) e continuare a separare tali fenomeni ed etichettarli come distinti non aiuta ad una presa di coscienza sociale. Per questo utilizzeremo termini quali ‘No bullismo’ e ‘Affettività’ aperto a tutti ragazzi e ragazze di qualsiasi orientamento sessuale, etnia e culto”.
“In merito all’incontro con l’associazione GayMin Out chiarisco due aspetti. L’associazione intende fungere da orientamento per i giovani che cercano, non solo aiuto in caso di atti di bullismo sessuale o di disagio ma anche di condividere spazi ed esperienze con altre persone dalle medesime inclinazioni sessuali. Alla prima abbiamo già spiegato che l’amministrazione intende farla sua, mentre quest’ultima è da ritenersi un’attività che risponde a situazioni aggregative tra ragazzi/e omosessuali e che l’associazione, come tutte le altre associazioni, può esercitare tali attività in spazi divulgativi; a questo proposito sono stati invitati ad iscriversi alla Casa delle Associazioni e a condividere il nuovo spazio Punto Zero e lì sviluppare progetti strettamente legati al mandato della loro stessa associazione e alla convivialità tra pari. Inoltre l’associazione non ha al suo interno soci che possano attestare professionalità specifiche nella gestione, anche solo orientativa, di situazioni delicate. Ergo condividere lo stesso orientamento sessuale non assegna automaticamente l’idoneità a gestire uno sportello di ascolto sull’orientamento sessuale, come se, solo perchè si ha un certo orientamento sessuale si sia equipaggiati a gestire uno sportello comunale di sostegno alla sessualità di ragazzi e ragazzi che si stanno scoprendo. Inoltre l’associazione intende dare sostegno a parenti o adulti che necessitano un orientamento dopo essere venuti a conoscenza dell’omossessualità del figlio/figlia e situazioni analoghe. Per tale tematica ho da subito chiarito che le mie deleghe non sono in linea con le richieste, poichè le politiche giovanili hanno l’obiettivo di gestire utenti under 30”, la risposta dell’assessore Pizzocchera.
Che chiude così: “Ribadisco, nessuna chiusura verso l’associazione GayMin Out e i ragazzi che la compongono, bensì una scelta specifica di presa di coscienza da parte dell’assessorato alle politiche giovanili della necessità di gestire con le professionalità interne gli sportelli, in linea con la pluralità dell’utenza. L’amministrazione comunale dispone di educatori e di specialisti sia per quanto riguarda i minori sia per quanto riguarda i giovani adulti (under 30) e di questi specialisti intende avvalersi per poter dare un luogo senza pregiudizi a tutti i giovani che intendano fare domande, raccontare se stessi e se vivono cambiamenti difficili o episodi di discriminazione”.