[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO[/textmarker] – Martedì sera è andata in scena a Cinisello Balsamo la seconda seduta del consiglio comunale appena rinnovato. Durante l’assemblea è stato deciso, come primo atto ufficiale, di abolire il canone concessorio non ricognitorio (cliccate qui per leggere nel dettaglio di cosa si tratta).
La seconda riunione ufficiale del parlamentino locale è già stata occasione per sollevare nuove polemiche da parte dell’opposizione. Il gruppo consiliare del Pd ha puntato il dito contro la giunta Ghilardi, colpevole di non aver presentato in aula le linee programmatiche del suo nuovo governo. “Lo Statuto comunale prevede l’obbligo per il Sindaco di presentare in aula le proprie linee programmatiche entro 20 giorni dalla seduta di insediamento. Un momento di confronto e di dibattito politico in cui maggioranza e opposizione si confrontano rispetto alle priorità della giunta. Ci saremmo aspettati che questo fosse il primo punto in discussione, poiché tutte le scelte dell’amministrazione derivano dal programma elettorale del Sindaco. Nonostante ciò, il punto non è stato inserito all’ordine del giorno e, nonostante le nostre richieste di calendarizzazione e di chiarimento, non abbiamo ricevuto alcuna risposta dal sindaco, solo silenzio. Probabilmente se ne riparlerà a settembre, ben oltre il limite posto dallo Statuto ma non è per nulla chiara la motivazione dietro questa scelta. Il sindaco Ghilardi ha paura di confrontarsi in aula sul programma con cui è stato eletto? Ha forse intenzione di presentare in aula delle linee programmatiche modificate rispetto a quanto si è impegnato a fare in campagna elettorale? Il sindaco del dialogo sceglie di non dialogare”, dicono i consiglieri del Partito democratico.
La critica del Pd si sposta poi sulla decisione dell’abolizione del canone concessorio non ricognitorio. “Una richiesta fatta con urgenza, senza che neanche le commissioni consiliari si fossero insediate. E’ venuta quindi a mancare ogni possibilità di approfondire dovutamente le ricadute di questa decisione. Addirittura nella convocazione ai consiglieri non è stata neanche mandata copia del Regolamento che si chiedeva di abrogare. Durante la discussione in aula è emerso come in realtà gli effetti di questa abrogazione per i cittadini saranno sostanzialmente nulli poiché già ora il canone non viene applicato proprio per motivi di autotutela ed a bilancio è prevista una entrata di poco più di mille euro non ancora accertati. Non si capisce quindi l’urgenza di discutere un atto del genere a fine luglio e non a settembre. Nulla cambierà per i cittadini, al contrario poteva essere interessante approfondire meglio le soluzioni alternative, per capire come richiedere un giusto ritorno alle aziende (spesso grandi gruppi aziendali) che usano il sottosuolo comunale. Per questo motivo, abbiamo scelto di astenerci sulla delibera”.
“Ci troviamo purtroppo di fronte a una maggioranza che sin dall’inizio ha dimostrato scarso rispetto delle istituzioni, attendendo il 14 luglio per la seduta di insediamento e portandoci a convocare il Consiglio Comunale a fine luglio, senza neanche ottemperare agli obblighi statutari, e discutendo un atto non urgente probabilmente solo per poter fare un po’ di propaganda politica”, chiudono i consiglieri del Pd.