[textmarker color=”E63631″]NORDMILANO[/textmarker] – Con l’annuncio di Fiat di bloccarne la produzione nei prossimi anni, la notizia che in Germania le città potranno vietarne l’ingresso, e infine l’annuncio del sindaco di Roma Raggi che intende chiudere il centro di Roma dal 2024, è ufficialmente partita la guerra alle auto diesel.
Tutto giusto, lo si fa per l’ambiente e la salute dei cittadini. Ma siamo certi che quella che sta avvenendo sarà una transizione equilibrata e soprattutto efficace? Siamo certi che quanto avverrà nei prossimi anni non finirà per peggiorare le cose per alcune fasce di cittadini, come ad esempio gli abitanti del Nordmilano?
Il pericolo c’è e vi spieghiamo perché.
A Milano il centro cittadino è chiuso ai diesel fino a euro 4 compresi già da ottobre 2017 (Area C). Grazie a questo provvedimento una parte della città ha ridotto in modo consistente il traffico veicolare, ma una fascia molto più ampia della Città Metropolitana si è assunta il carico delle vetture più inquinanti.
La situazione è destinata a evolvere in fretta. Infatti, dall’1 ottobre 2018 tutta la città Milano sarà chiusa nei giorni feriali e nelle ore centrali della giornata ai diesel euro 0, 1, 2 e 3. Inoltre, dall’1 ottobre 2020 tutta la città sarà chiusa ai diesel euro 0, 1, 2 e 3. E via dicendo dall’1 ottobre 2023 l’area C sarà chiusa ai diesel fino a euro 5 e dall’1 ottobre 2026 tutta la città sarà chiusa ai diesel fino a euro 5; per arrivare a bandire i diesel nel 2030.
Cosa accadrà? Già dal prossimo autunno Milano chiuderà le sue porte alle auto più inquinanti e tutto il traffico peggiore per la salute dei cittadini potrà circolare soltanto fino ai confini del capoluogo. In pratica i Comuni del Nordmilano diventeranno il passaggio e il parcheggio per tutte le auto più vecchie, con buona pace di chi ci abita e di chi non ha i soldi per comprare un’auto più moderna e meno inquinante.
Ancora una volta la politica è miope e pigra. Milano oggi non è più solamente una città, bensì una grande Città Metropolitana. Ma i suoi amministratori non sono ancora capaci di pensare in termini di area metropolitana.
Per far rispettare i divieti di cui abbiamo parlato, l’amministrazione comunale ha già progettato e finanziato una rete di quasi 200 telecamere attorno alla città che saranno posizionate entro fine 2019, che multeranno tutti i trasgressori. Insomma, Milano alzerà un muro e i comuni che ne rimarranno fuori potranno arrangiarsi.
La colpa non è soltanto di Milano, anzi. Gli amministratori del Nordmilano, che sono l’area più popolata e trafficata di tutta la Città Metropolitana, che fanno? Nulla. Il sindaco di Cinisello Siria Trezzi, che è pure “delegata” in Città Metropolitana per i trasporti, non si pronuncia, forse per paura di reazioni da parte del Pd milanese. Il sindaco di Sesto Roberto Di Stefano risponde al muro milanese con un altro muro, pensando di poter far pagare un dazio solo ai milanesi che arriveranno in auto a Sesto, ma siamo nella fantascienza più che nella fantapolitica. Gli altri sindaci ignorano il problema, forse pensando che un vecchio tram o qualche chilometro in più di linee autobus serviranno a cambiare la situazione. Manca una visione metropolitana nella gestione del traffico e mancano politici in grado di progettarla. O meglio, la visione c’è: trasformare il Nordmilano in un colossale parcheggio nel quale far affluire tutte le auto di chi poi, con i mezzi pubblici andrà comodamente in centro a Milano.