Dom. 05 Mag. 2024
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Alstom tramonta, ma General Electric investe in Toscana

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – C’è qualcosa di incomprensibile, o meglio forse di fin troppo comprensibile, nelle ultime mosse della politica italiana sul caso Alstom.

E’ di questi giorni la notizia che la multinazionale General Electric ha siglato un accordo da 600 milioni di dollari per la collaborazione tra General Electric Oil & Gas e Sace, società toscana, con l’obiettivo rafforzare la presenza sui mercati internazionali di Ge Oil & Gas e sostenere le esportazioni dei siti produttivi italiani. Poco prima General Electric aveva annunciato di volersi ritirare dal suolo italiano sul fronte energia, affidato ad Alstom Power che ha un importante stabilimento a Sesto San Giovanni.

Come si può pensare che le due cose non siano collegate? In un grande gruppo internazionale, le logiche globali impongono un’analisi che prescinde da fattori passionali. Dunque il sacrificio di 400 dipendenti a  Sesto e l’investimento di 600 milioni di dollari a Firenze sono elementi esclusivamente numerici che guardano al profitto dell’azienda e non ai fattori locali.

Solamente in questa spiegazione può essere letto il silenzio del Governo, e anche il messaggio di solidarietà del governatore della Toscana Enrico Rossi (che riportiamo qui), che puntano a tenere divisi i due argomenti, quando invece gli interlocutori dovrebbero essere gli stessi.

Solamente ieri, a cose già fatte, è arrivato il primo messaggio del Governo. E’ affidato al Ministro per il welfare Giuliano Poletti. “Nel confronto con General Electric, che investirà seicento milioni di dollari in Italia, occorrerà affrontare anche la questione del destino dell’Alstom Power di Sesto San Giovanni, i cui dipendenti temono la chiusura”, si legge in una nota che cita il ministro Giuliano Poletti.

“Qui c’è una discussione in atto – ha detto il ministro -, credo che nel momento in cui General Electric compie una scelta importantissima di investimento in questo Paese, sia normale che si sviluppi una discussione di merito sui processi riorganizzativi che tenga conto di tutte le realtà. Questo tema aperto – ha concluso – non potrà che essere parte della discussione”.

Il fatto che a parlare sia il ministro al Welfare Poletti e non quello allo sviluppo Economico Federica Guidi la dice lunga sul fatto che si sta già parlando di ammortizzatori sociali e di accompagnamento alla chiusura dello stabilimento, e non di rilancio e di sviluppo dell’attività di Alstom Power.

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