Scrivere questo articolo risulta tutt’altro che facile se il soggetto è uno dei più grandi giornalisti milanese nel settore eni-gastronomico italiano. Oggi vi presento il grande Allan Bay: scrittore, giornalista ed opinionista del settore food. Scrive sul “Corriere della Sera”, “Vivi Milano”, “Diario della settimana”, “Viaggi e Sapori”, inoltre non si è lasciato mancare l’incarico di professore di Cucina all’Università di Pavia e di scrittore di gustosi saggi in cui perdersi con tutte le proprie forze.
Uno di questi mi ha attratto più di altri e sono qui per condividere con voi la mia ultima lettura: “Cuochi si Diventa”.
Lo sappiamo, se abbiamo una televisione in casa vediamo più programmi di cucina che Piero Angela (o se siamo fortunati Piero Angela che cucina) e per citare il comico genovese di La7:
“In televisione ci sono più di 20 programmi di cucina. Non si capisce se paghiamo il canone o il coperto.”
(Maurizio Crozza, 21/01/13 via twitter @CrozzaTreet)
Il che è vero, questo boom mediatico di piatti sta facendo girare la testa ed è un mondo che dovrà attendere ben più di un articolo. Quanto al nostro Mr. Bay, lui parte dal principio: se vuoi diventare un cuoco, una cuoca o semplicemente vuoi sapere come ci si muove in cucina ma dalle basi, bisognerebbe leggere il suo libro. Naturalmente il suo è un punto di vista di un non-cuoco di professione ma per hobby, e sempre per hobby lui ci regala quello che dovrebbe essere il decalogo per chi vuole avvicinarsi ai fornelli.
“Senza buone basi, bravi cuochi non si diventa”, cita l’autore, quindi rimboccatevi le maniche e siate pronti a imparare a tenere in mano una padella, perché lui ve lo insegnerà. Come vi insegnerà che “le basi fatte in casa ti permettono di volare alto come un’aquila, le basi industriali alto come un’anatra“, la scelta è vostra.
Cuochi si diventa è strutturato in capitoli tematici, di tecniche e di ricette tanto amate da Allan in tutti questi anni. Inoltre il suo privilegiare la leggibilità aiuta tutti i lettori a non sentirsi spaesati su parole come “rosolare”, “un pizzico di”, “marinare”. Vi terrà per mano fino all’ultima pagina, ve lo posso assicurare.
“Voglio ricordare a tutti sempre, che la cucina è un grande gioco.
Bellissimo, il più bello del mondo, che vale sempre la pena di giocare per vivere bene. Ma è un gioco.
Giochiamolo insieme”