Lun. 29 Apr. 2024
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Crisi dello sport sestese, il commento del presidente della Consulta

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Sulla condizione dello sport sestese, fortemente penalizzato dall’arretratezza e dai problemi di degrado di molti impianti sportivi cittadini, interviene con un commento il consigliere comunale di Sel Moreno Nossa, presidente della Consulta dello Sport, ente voluto dal Comune che riunisce politici e associazioni sportive. Un commento nobile e alto il suo, ma forse lontano dalla realtà sestese attuale, nella quale politica e associazioni hanno “collaborato” molto spesso allo sfascio attuale, rendendosi poco credibili e affidabili. Un commento sul quale anche noi abbiamo voluto esprimere qualche considerazione.

“Ci dimentichiamo spesso che lo sport, e’ agonismo, ma anche aggregazione, socialita’, integrazione, salute.Lo sport e’ un solido connubio tra coesione sociale ed agonismo.Lo sport e’ l’esempio piu’ eclatante, insieme alla scuola, dove le differenze culturali, religiose, e finanziarie non esistono.Lo sport e’ inoltre, un’importante funzione aggregante e relazionale, soprattutto nei riguardi delle persone disabili. Lo sport e’ sostenuto nella nostra citta’, da validissimi operatori, educatori e allenatori che ogni anno nonostante i magri bilanci a disposizione dell’amministrazione, riescono a far fronte alle esigenze sportive dei cittadini sestesi. E vorremmo non si dimenticasse, che tutte queste figure, sono cittadini volontari, che per passione e attaccamento alla propria citta’, spesso vanno ben oltre il proprio dovere. Noi vorremmo che da realta’, non diventi utopia lo sport di tutti per tutti nella nostra citta’.Lo sport va aiutato, deve poter esprimere tutte quelle forze sane, sociali e aggreganti, che ne fanno parte. E’ un mondo fantastico.

Lo sport, la cultura e la scuola, devono tornare a essere un volano di socialita’, di salute e di benessere fisico e mentale, che fanno forte una comunita’. Noi siamo convinti come diceva George Herbert, poeta inizio 1600, che un uomo sulla spalla di un gigante, vede piu’ lontano di tutti e due, dove il gigante sono le societa’ sportive presenti sul territorio e le istituzioni sono l’uomo sulla spalla. Non il contrario.
CONSIDERAZIONI DELLA REDAZIONE
Nossa è sempre acuto e puntuale nelle sue osservazioni della realtà cittadina. Tuttavia in questo caso, il suo commento rischia di essere un bell’esercizio di scrittura e di principi.Nossa è consigliere comunale di Sesto San Giovanni, è politico e amministratore della maggioranza, ma è anche e soprattutto presidente della Consulta dello Sport di Sesto.Ce n’è quanto basta per dire che è persona addetta ai lavori. Ossia chi in questi anni avrebbe dovuto impedire che questo sfascio avvenisse e apporre le dovute correzioni quando era il tempo di farlo.La politica è la principale responsabile del crollo dello sport sestese. Lo è in quanto fautrice di scelte errate, quando nelle passate legislature ha scelto un assessore evidentemente inadeguato al ruolo. Lo è quando il consiglio comunale 3 anni fa si è rifiutato di affrontare la situazione che era stata sollecitata con una mozione dalla lista Civica Sesto nel Cuore. Lo è dal momento che ha sempre silenziosamente difeso accordi tra Comune e associazioni locali anche quando sapeva che erano limitativi per sestesi e che, nel caso del Geas Nuoto, hanno portato allo sfascio degli impianti sportivi cittadini.
Forse dalla politica servirebbero meno parole e più azioni. A che serve una consulta dello sport condivisa da politici e associazioni? Che ruolo può avere se la Consulta che dialoga con il Comune di politica dello Sport è composta dalle stesse persone che poi chiedono di gestire gli impianti? Sarebbe curioso se Geas, inquinato membro della Consulta dello Sport, avesse avuto in visione il bando per l’assegnazione delle piscine prima che questo venisse pubblicato…
Forse sarebbe ora di spazzare via tutto questo involucro di autoreferenzialità della politica e delle società sportive per badare ai fatti: proposte serie e solide che partano dai veri bisogni dei sestesi e non da quelli delle associazioni.
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