Gio. 18 Apr. 2024
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Il caso Sesto. Quando la politica gioca a fare sport

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Il caso della piscina De Gregorio, chiusa perché il Geas non ha pagato le bollette del gas, la dice lunga della condizione in cui versa la politica sportiva di Sesto San Giovanni.

Soltanto un mese prima, l’amministrazione comunale aveva annunciato di non poter riaprire la piscina estiva Carmen Longo perché troppo degradata. Troppo vecchia e priva di adeguate manutenzioni da diversi anni…

Facendo un rapido tour tra gli impianti sportivi della città, è facile imbattersi in strutture vecchie, lasciate in stato di semi abbandono. Il Boccaccio è stato riaperto, ma solo parzialmente, grazie a un accordo con una società calcistica che però è in grado di sfruttarne solamente una piccola parte delle potenzialità. Il Manin cerca faticosamente di risollevarsi dopo che era stato praticamente abbandonato a se stesso. Il palazzo del Ghiaccio (Palasesto), rischia di trasformarsi nella prossima fonte di polemica. Funziona perché ormai è rimasto tra i pochi impianti con ghiaccio del milanese, ma avrebbe bisogno di ben altra valorizzazione. Sesto San Giovanni, città dal passato glorioso, non è in grado di dire più nulla nello sport. Si aggrappa ai suoi campioni che continuano a trionfare per capacità e spirito di sacrificio. Non dimentichiamo che la Geas Basket di Serie A ha dovuto giocare lungamente a Cinisello perché non esisteva uno spazio adeguato in città.

Non vogliamo gettare la croce addosso all’ultimo arrivato, il vicesindaco Andrea Rivolta, che proprio qualche giorno prima aveva annunciato una gara d’appalto per affidare in gestione le due piscine coperte di Sesto San Giovanni a chi offrirà vere garanzie di buona gestione e di rilancio. Però non si può negare in nessun modo che la politica in questi anni ha giocato tropo con lo sport, rendendosi responsabile di un vero disastro.

Per troppi anni il Comune non è stato capace di pensare al futuro e di programmare la manutenzione e lo sviluppo degli impianti sportivi che sono fermi ai tempi degli anni ’70. Le amministrazioni comunali e gli assessori allo Sport hanno vissuto di rendita fin che hanno potuto. Si sono resi incapaci di fare scelte e prendere decisioni forti quando ce n’era bisogno. L’ideologia ci ha messo del suo. Ricorderete che c’è stato più di un assessore che non ha mai voluto nemmeno pensare a gare d’appalto per l’assegnazione degli impianti a società specializzate che li avrebbero ristrutturati e rilanciati.

Per le piscine, ad esempio, si è preferito favorire formule complicate che hanno consentito a Geas di conservare la gestione degli impianti, oggi rimasti vecchi, inadeguati. In qualche caso così degradati da non poter essere aperti.

A quegli ideologi che si difendono affermando di non voler lasciare le piscine sestesi in mano a speculatori, portiamo un esempio che molti sestesi conoscono bene.

A Bresso, la piscina comunale è stata affidata alla gestione di una società privata con una gara che ne ha previsto la completa ristrutturazione e il raddoppio delle vasche. Sono stati garantiti i servizi e le tariffe richieste dal Comune, ma oggi molti sestesi, tra cui risulta anche qualche politico e amministratore, preferiscono andare in piscina a Bresso piuttosto che a Sesto, perché l’ambiente è migliore.

Il fallimento è sotto gli occhi di tutti e le difficoltà del Geas sono solamente uno dei segni di una politica sbagliata e miope che si è perpetrata per anni.

I cittadini di Sesto San Giovanni stanno pagando pesantemente le inadeguatezze della classe politica. L’amministrazione comunale deve prenderne atto e agire con scelte rapide, coraggiose e soprattutto innovative. Per dimostrare di essere diversa dal passato. Per dimostrare di voler lavorare per i cittadini e non per il mantenimento dello Status quo.

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