[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO[/textmarker] – Ci hanno tenuto, per anni, al titolo di “Estate Cinisellese”. Un fenomeno diffuso a livello nazionale, come a segnare un netto solco col passato quando la festa si chiamava “Dell’Unità” e aveva un’identità chiara, definita. Per alcuni anni questa parentesi, voluta dai vertici del Partito Democratico per svecchiare l’immagine della sagra di paese e per dargli un tono più “dem”, più culturale, più metropolitano, più stile stelle e strisce.
Quest’anno però abbiamo assistito a un ritorno: la festa organizzata dal Pd di Cinisello Balsamo è tornata a chiamarsi, non solo nel sottotitolo, “Dell’Unità”. Ritorno al passato? Forse. Sta di fatto che la tanto annunciata manifestazione nella storica location dell’area festa di via De Ponti, nonostante l’annuncio di “vibranti novità”, è un vero e proprio inno a un passato ingrigito, stanco, da paesello.
Visivamente l’area che l’anno scorso ospitava qualche decina di tendoni, quest’anno ne accoglie solo un paio. C’è il palcoscenico centrale, un bar e l’immancabile ristorante. Sedie e tavoli. Il liscio, la zumba, la baby dance. E qualche appuntamento politico e culturale in calendario. Non ci sono più i giovani (questo non è un inno alla gioventù, ma solo l’analisi di un dato di fatto) con il loro stand e la loro musica. Ma soprattutto non ci sono più i democratici.
La lotta tra le fazioni interne di un Pd cinisellese sempre più spaccato stanno pesando anche sulla festa paesana. Così, alla crisi economica del partito che ha tagliato la sua festa, si aggiunge quella politica di un gruppo diviso che fatica a dialogare e spesso anche a governare. Restano i dubbi, restano gli anziani che sulla pista vanno a tutta con la polka e il lento, resta quell’aria di sagra poco vissuta e poco voluta.