Sab. 18 Gen. 2025
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1° Maggio, se la politica dimentica il lavoro

E’ il Primo Maggio, la festa dei Lavoratori che quest’anno sarà ricordata di più come la Festa di Expo.

Nel Nord Milano forse è il Primo maggio più opaco di sempre. Con poca attenzione da parte delle istituzioni e dei partiti. Nessun atto concreto a parlare di lavoro, nell’epoca in cui la necessità di lavorare dovrebbe rappresentare la prima questione all’ordine del giorno di ogni partito e di ogni Amministrazione Comunale.

Il Nord Milano, fino a 15 anni fa era la Locomotiva d’Italia. Il Territorio che con le sue fabbriche e i suoi lavoratori trainava il Pil e garantiva benessere a tutti noi, è ormai in panne. Le grandi fabbriche sono scomparse da un pezzo. Le piccole soffrono, sempre più spesso fuggono deluse dalla disattenzione e attratte da chi (anche non lontano da qui) è in grado di offrire loro condizioni migliori. Nel Nord Milano le imprese le tassano. Gli imprenditori troppo spesso sono vittime di burocrazia inaudita e di cavilli snervanti.

Nel Nord Milano, per ogni impresa che chiude si registrano solamente il silenzio assoluto dei partiti e una spiccata indifferenza delle istituzioni.

E’ paradossale che in un territorio di tradizione spiccatamente di Sinistra e Proletaria, dinanzi alle minacce di chiusura del Call Center Call & Call di Cinisello Balsamo, nei giorni scorsi gli unici politici ad appoggiare la battaglia sindacale dei lavoratori siano stati quelli della Lega Nord. Il Pd, il partito che un tempo era il partito dei lavoratori si è occupato del caso solamente 15 giorni più tardi con un comunicato più di forma che di sostanza. Lo stesso Pd che a Cinisello Balsamo ha assistito in silenzio alle chiusure di fabbriche. Che qualche anno fa, con un sindaco di Rifondazione Comunista, ha accompagnato con uno scandaloso silenzio la chiusura di fabbriche come la Sandwick e la Pirelli dove oggi, guarda caso, non si insediano nuove fabbriche ma case di cooperativa. Nel silenzio sono scomparse aziende storiche come la Paganelli dove sindacati e partiti erano forti quando si cercava consenso, assenti quando c’era da salvare la storia della città.

La nuova prova è rappresentata da Auchan. L’azienda ha presentato un piano di mobilità per 1500 lavoratori. A Cinisello chiuderà, forse per 2 anni, per attuare un progetto di riqualificazione del centro commerciale. Da mesi i lavoratori sono confusi e preoccupati. Lo hanno fatto presente ai partiti e nell’amministrazione comunale. Ma per la politica cinisellese, i temi dell’urbanistica vengono prima dell’occupazione.

L’assenza e la disattenzione sono un male comune a tutte le realtà locali sul tema del lavoro. Chi ha espresso qualche parola per il Lib di Sesto San Giovanni? L’incubatore per le imprese giovani di proprietà dei comuni del Nord Milano ha chiuso 15 giorni fa. Nessuno dei Comuni soci ha commentato la notizia, dopo aver investito milioni di euro, spesso sperperati in scelte politiche sbagliate. Nessuno o quasi si è battuto per salvare questo luogo che era un presidio per il lavoro del futuro. Una miopia che fa a cazzotti con le tante parole di circostanza sprecate per parlare di rilancio economico delle città.

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