[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO [/textmarker]– “Sapevamo che il ponte poteva cadere, ce lo dissero chiaramente”. Le parole del testimone nel processo legato alla passerella ciclopedonale sulla Ss36 risuonano nell’aula del Tribunale di Monza, nell’udienza svoltasi ieri. L’unico teste, che vive in regime di protezione, nell’istruttoria contro i vertici della Carpenfer, società di Castellamare che aveva vinto il subappalto, sarebbe, secondo quanto riporta Corriere.it un ex contabile della Impregilo.
Leggi anche: A Monza il processo per i rischi di crollo della passerella Anas di Cinisello
“Ci convocarono in cantiere e ci dissero che la passerella poteva cadere, nonostante il collaudo statico”, riporta il quotidiano.
A farne le spese, secondo la Procura, sarebbero stati i pendolari che a migliaia, ogni giorno, percorrono la statale fino a viale Fulvio Testi, per entrare a Milano Città, partendo da Monza e da Cinisello.
Tra le accuse ai vertici della società campana vi sono infatti attentato alla sicurezza stradale, minacce e falso.
La passerella, tuttora chiusa, ha raggiunto un costo superiore ai 10 milioni di euro.