Ven. 19 Apr. 2024
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Si dice assessora o assessore? Lotta linguistica tra le donne della giunta di Sesto

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Per le donne che siedono nella giunta accanto al sindaco, si dice assessore o assessora? Si usa il maschile o il femminile? Con la sempre maggiore partecipazione delle donne alla politica, il dibattito sulla presenza di genere si è aperto anche a livello grammaticale. Se ne interrogano politici, giornalisti e linguisti. Proprio a Sesto, dove nell’attuale giunta la presenza femminile supera quella maschile con 4 assessori su 7, il confronto sembra attivo più che altrove.

Secondo un articolo recentemente pubblicato sul blog “Un lavoro del genere”, curato dalla studentessa di giornalismo Federica Scutari, all’interno del Comune di Sesto ci sarebbero due fazioni. Da una parte quella delle “assessore” Rita Innocenti ed Elena Iannizzi che declinano al femminile dicendo “assessora”; dall’altra quella degli “assessori” Roberta Perego e Virginia Montrasio, che al contrario prediligono l’uso al maschile  di “assessore” anche per le donne.

Come riporta la studentessa della scuola Walter Tobagi, la prima squadra Innocenti-Iannizzi predilige declinare il termine al femminile, perché altrimenti non sarebbe riconosciuta la presenza di un secondo genere. Non declinare al femminile sarebbe “svilente”, perché espressione di un “retropensiero” che dà valore a tutto ciò che è maschile, sminuendo quanto fatto dalle donne.

Ma la fazione opposta Montrasio-Perego ribatte che non si tratta di usare un termine maschile, ma un genere neutro: il termine assessore/i non sarebbe né maschile né femminile ma indice di una carica, che spetta non a un uomo o una donna in quanto tali, ma in quanto persone capaci e competenti per la carica, indipendentemente dal genere.

A spostare l’ago della bilancia è il sindaco Monica Chittò, che ha deciso di usare la declinazione al maschile, lasciando però a ogni assessore/a la libertà di scegliere con che termine definirsi.

A dare qualche indirizzo arriva l’Accademia della Crusca, da secoli un punto di riferimento per studiosi e appassionati di lingua italiana:

“Un caso emblematico, tra quelli uscenti in –sore, è assessore (dal verbo assidere, propriamente ‘sedere accanto’) di cui possiamo trovare, in sintonia con le Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana di Alma Sabatini in cui erano caldeggiate le forme femminili del tipo avvocataministrasoldata, la forma femminile assessora, favorita anche dall’impossibilità, iniziando per vocale, di indicare il femminile attraverso la scelta dell’articolo (es. il giudice e la giudiceil deputato e la deputato, ecc.)”  (da www.accademiadellacrusca.it).

Il dibattito in ogni caso rimane aperto, anche se con qualche timore, come scrive ironizzando l’assessore (con la e) Roberta Perego: “Dite che con la mia ostinazione a farmi chiamare Assessore e il mio scetticismo sulle quote rosa, rischio che mi si ritiri la tessera del PD?”

PER LEGGERE L’ARTICOLO INTEGRALE DI FEDERICA SCUTARI CLICCA QUI

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