Ven. 14 Feb. 2025
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Corso di cucina per musulmani, Lamiranda: “nuovo caso di razzismo al contrario”

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Doveva essere un appuntamento di cultura e salute. Rischia di trasformarsi in un caso politico, l’ennesima storia sospesa tra cultura dell’integrazione e “razzismo al contrario” come la definisce qualcuno. Il corso di alimentazione promosso dalla sede sestese del LIlt, la Lega Italiana per la LOtta ai Tumori, e dedicato alle donne di fede islamica, ha sollevato una nuova polemica.

Ad accusare è il consigliere comunale di Fdi-An Antonio Lamiranda che ha diffuso un comunicato sulla vicenda. Ecco il testo integrale:

“Da un comunicato dell’Associazione LILT di Milano apprendo che la comunità islamica di Sesto San Giovanni  compie sul territorio cittadino un nuovo uso illegittimo degli immobili. L’associazione LILT ha annunciato che da oggi con il patrocinio del Comune di Milano (va bene che Pisapia è Presidente della città metropolitana ma adesso detta anche le regole a casa nostra? Il Sindaco Chittò non si faccia mettere i piedi in testa!) ha organizzato una serie di incontri con la comunità islamica di Sesto presso il centro culturale di Via Vittorio Veneto 14 a Sesto e che nell’occasione verranno letteralmente “cucinate” delle pietanze. Ma quante sedi ha la comunità islamica a Sesto? Via Tasso (quella ufficiale), Via Trento 106 (quella oggetto di denuncia alla Procura di Monza) ed adesso quella di via Vittorio Veneto (in pieno centro città): ormai è un proliferare di cambi di destinazione d’uso dei locali senza controllo alcuno. Il rispetto della legge a Sesto da parte della comunità islamica è solo a parole. I locali di via Vittorio Veneto (di proprietà della comunità) già cinque anni fa sono stati al centro di denunce e sommossa da parte dei cittadini residenti per l’apertura del centro di preghiera. Adesso a distanza di cinque anni si scopre che tali capannoni ancora una volta verrebbero regolarmente usati impropriamente (qualcuno ha autorizzato il cambio di destinazione d’uso?) dalla comunità islamica addirittura per cucinare cibi con assembramento di più persone non autorizzate. L’Asl è stata informata, i vigili del fuoco, le misure di prevenzione incendi, le uscite di sicurezza? Il cittadino che rispetta la legge è “vessato” dalle carte bollate dei vari enti preposti al controllo anche per aprire un centro cottura mentre per la comunità islamica non esiste alcuna regola? Chiedo al Sindaco, alla Polizia Locale ed all’Ufficio Tecnico del Comune di Sesto nonché ai Vigili del Fuoco ed all’Asl Competente di intervenire immediatamente per verificare se esistono tutte le autorizzazioni di legge per il centro cottura ed in caso negativo di comminare le sospensioni amministrative e trasmettere gli atti alla competente Procura della Repubblica. E poi domando: ma non si poteva usare il centro cottura del Comune per queste iniziative all’educazione alimentare? E soprattutto non è discriminatorio riservare alle sole donne arabe un corso gratuito di cucina… forse che le donne cristiane o europee o indonesiane o indù o africane sanno cucinare meglio di quelle arabe e secondo i corretti valori nutrizionali? Questa è discriminazione, questo è razzismo, questa è prevaricazione, questa è dittatura culturale della comunità arabo-islamica su tutte le altre comunità e realtà del mondo. Al peggio non c’è mai fine! Chiediamo le scuse ufficiali del Sindaco di Milano per aver patrocinato un’operazione di razzismo e discriminazione del genere sul territorio del Comune di Sesto senza interessare il territorio ed il Sindaco Chittò”.  

Si allega volantino dell’evento.

Antonio Lamiranda – consigliere comunale FdI-AN

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