Mer. 24 Apr. 2024
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Emergenza e comunicazione, il flop dei sindaci

[textmarker color=”E63631″]NORDMILANO[/textmarker] – Prima è arrivata la minaccia, per fortuna infondata, dell’Ebola a Sesto San Giovanni. Poi c’è stata l’emergenza, quella sì vera, della Legionella che ha coinvolto Bresso e Cinisello. Infine l’allarme Salmonella tra i bambini di Paderno Dugnano con almeno 21 infettati. Non bastasse, nei giorni scorsi Cusano Milanino ha vissuto l’emergenza scuole, con l’istituto Marconi messo fuori uso dalle infiltrazioni piovane che hanno provocato allagamenti e distacchi di intonaci.

Per il Nordmilano questo scorcio di autunno è stato davvero da cardiopalma, come mai era accaduto fino ad ora.

Emergenze vere o false. Emergenze anche gravi; a Bresso si è avuto un morto per la terribile Legionellosi. E in ogni caso sono stati chiamati in campo i comuni e i sindaci nel loro ruolo di responsabili dell’incolumità pubblica.

Pur nella gravità di alcune delle situazioni, è emersa una completa incapacità delle aministrazioni comunali di “comunicare nell’emergenza”.

Ha poco da arrabbiarsi il sindaco di Bresso se l’emergenza Legionella, che ha riguardato sei diversi condomini in città, si è presto propagata diventando un’emergenza cittadina. Il “silenzio stampa” scelto dall’amministrazione comunale, che ha affidato solamente a uno scarno comunicato le prime notizie sull’accaduto, hanno avuto come effetto quello di estendere i timori a tutti i cittadini. Al contrario, se si fosse subito circoscritta la situazione, informando in modo più dettagliato e senza “omissis”, probabilmente ci sarebbe stata maggior coscienza dell’accaduto. A Cusano Mianino, la chiusura parziale di una scuola non è stata nemmeno comunicata in modo formale. Meglio nascondere “le vergogne”, piuttosto che dare ai genitori e cittadini una precisa informazione su quanto stava accadendo, scatenando la consueta ridda di voci, allarmi e indignazione. Rabbia anche dal sindaco di Cinisello Balsamo che si è trovata a fare i conti con un caso di Legionella, ed un secondo temuto. Anche in questo caso, il ritardo nel comunicare i contorni precisi della situazione, ha innescato un’emergenza che non c’era.

Troppo spesso per gli amministratori pubblici comunicare nell’emergenza è reputato inutile e anche dannoso per l’immagine, mentre invece la corretta e tempestiva informazione sono le prime armi per affrotnare una situazione di allarme.

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