[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO [/textmarker]- Ancora nessun contagio è stato riscontrato finora in Italia, ma l’Ebola inizia a fare paura. L’ultimo episodio di allerta è esploso sabato pomeriggio all’ospedale Bassini. Anche in questo caso si è trattato di un falso allarme, come successo solo pochi giorni prima con le tre profughe nigeriane ospitate a Sesto.
A destare preoccupazione è stato questa volta l’arrivo in pronto soccorso di una coppia, sempre di nigeriani. Accusavano sintomi influenzali, ma senza complicazioni che potessero dare adito a al reale sospetto per la malattia. Per precauzione però, l’infermiere dell’accettazione li ha dotati di una mascherina, invitandoli ad aspettare il loro turno come tutti in sala di attesa.
Ma poco dopo si sono iniziati a sentire brusii e commenti preoccupati. Non è chiaro se i due nigeriani abbiano tenuto comportamenti poco rispettosi o disattenti, come abbassarsi la mascherina, o se il timore sia montato spontaneamente per la suggestione di avere di fronte possibili portatori della micidiale epidemia. Di certo gli infermieri hanno richiamato bruscamente la coppia, facendo loro attendere la visita in una stanza di isolamento.
Sono così scattate tutte le procedure previste in caso di possibile malattia infettiva. Durante la visita, medici e infermieri hanno indossato una maschera particolare, e l’ospedale ha comunicato al 118 la chiusura temporanea del pronto soccorso a nuovi accessi. Gli infermieri hanno anche segnato tutti i nomi dei presenti, ospiti compresi, per poterli ricontattare in caso di necessità. Neccessità che non c’è stata, dato che per fortuna ogni esame è risultato negativo.
Si tratta del secondo caso in pochi giorni. La prima allerta era scattata in seguito al malessere avvertito da tre giovani donne nigeriane, ospitate nel Residence di via Fiorani nell’ambito del progetto di accoglienza dei rifugiati. Anche in questo caso era scattato il protocollo previsto per le malattie infettive, e le tre migranti erano state portate all’ospedale San Gerardo e collocate in isolamento come precauzione. Ma dai test era risultato tutto negativo e le tre donne erano state però dimesse nel pomeriggio stesso.
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Questi due episodi sono segno di una preoccupazione che si fa sempre più concreta nelle menti di tutti, ma sono anche l’occasione per testare la capacità del sistema di rispondere a una potenziale emergenza.
Già da agosto Regione Lombardia ha emanato procedure precise di intervento in caso di un contagio da Ebola. L’ospedale di riferimento è il Sacco, ma in tutti gli ospedali esiste un preciso protocollo che viene adottato nel caso in cui un paziente presenti disturbi assimilabili all’epidemia africana o ad altre malattie infettive.
Le stesse procedure sono monitorate e in continua evoluzione: oggi la direzione generale degli Istituti Clinici di Perfezionamento, ai quali appartengono sia il Bassini che l’ospedale di Sesto, ha in programma un incontro con l’Asl di Milano per mettere a confronto le esperienze di altre aziende ospedaliere e aggiornare i protocolli.