Ven. 29 Mar. 2024
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Morì in cantiere, in tre rischiano il processo per omicidio colposo

[textmarker color=”E63631″]CORMANO[/textmarker] – Inciampato nel cantiere dove lavorava, era caduto all’indietro battendo fatalmente la testa contro un cumulo di macerie. Era il 5 giugno dell’anno scorso. Roberto Veloce, operaio di 45 anni e padre di 5 figli, aveva perso così la vita. Ora, per quell’infortunio mortale sul lavoro, rischiano il processo con l’accusa di omicidio colposo la responsabile dell’azienda che stava eseguendo i lavori di demolizione, il direttore tecnico e il coordinatore della sicurezza. La Procura ha chiesto per loro il rinvio a giudizio. Ora il giudice dell’udienza preliminare dovrà decidere se mandarli a processo.

L’incidente era avvenuto nel cantiere della storica azienda Standard Thermos, al confine tra Cormano e Cusano, lungo la linea delle Ferrovie Nord, in via Galileo Galilei. Il progetto prevede l’abbattimento della struttura per realizzare nuove palazzine e la demolizione era stata affidata alla ditta Francar di Bollate, per cui Veloce lavorava.

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L’operaio stava assistendo un collega impegnato nella demolizione con l’ausilio di una benna: “Mi sono girato e l’ho visto a terra tra le macerie aveva raccontato l’uomo alla guida del braccio meccanico – ho fermato tutto e sono corso ad aiutarlo, ma non c’era più nulla da fare”. L’arrivo dei soccorsi è stato vano.

Secondo l’imputazione, la morte è stata causata dalla caduta “mentre era intento alle operazioni di bagnatura delle macerie della palazzina”. Il 45enne “camminando all’indietro proprio sul cumulo di macerie, inciampava e cadeva con la testa all’indietro andando a sbattere violentemente la base del cranio sui detriti”.

Da una prima verifica risultavano rispettate le norme sull’abbigliamento: scarpe, caschetto e guanti da lavoro. Ma i tre accusati, secondo la Procura, non avrebbero rispettato altre norme di prevenzione degli infortuni. Secondo il pm, il risponsabile della sicurezza non avrebbe verificato “l’idoneità della procedura di bagnatura delle macerie” mentre il direttore tecnico avrebbe “negligentemente permesso che il lavoratore operasse sul cumulo di macerie”.

Nel procedimento, la moglie del lavoratore si è costituita parte civile. Toccherà ora al gup, in udienza preliminare, decidere se portare a processo gli imputati oppure no. La data del dibattimento è ancora da fissare.

(foto: Roberto Veloce tra le macerie nel cantiere)

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