Ven. 19 Apr. 2024
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L’aggressore dei due vigili punito con lavori sociali

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Sospensione del procedimento penale e messa alla prova dell’imputato. E’ questo l’esito del processo per direttissima che si è tenuto ieri al tribunale di Monza.

Il 36enne che martedì mattina ha aggredito due agenti della polizia locale di Sesto, pestandoli in modo brutale, sarà sottoposto a un periodo di lavori di pubblica utilità, seguito dai servizi sociali. I tempi e i modi sono ancora da definirsi, ma al termine di questo programma di recupero, se andrà a buon fine, il reato sarà dichiarato estinto.

[toggles title=”Che cos’è la MESSA ALLA PROVA DELL’IMPUTATO”]il procedimento prevede: – che nei procedimenti per reati puniti con pena pecuniaria, ovvero con reclusione fino a 4 anni (sola, congiunta o alternativa a pena pecuniaria), ovvero per uno dei reati in relazione ai quali l’articolo 550, comma 2, c.p.p. prevede la citazione diretta a giudizio, l’imputato possa chiedere la sospensione del processo con messa alla prova. La misura consiste in condotte riparatorie volte all’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato, ove possibile in misure risarcitorie del danno, nell’affidamento dell’imputato al servizio sociale e nella prestazione di lavoro di pubblica utilità; – la sospensione del corso della prescrizione del reato durante il periodo di sospensione del processo con messa alla prova. Al termine della misura, se il comportamento dell’imputato è valutato positivamente, il giudice dichiara l’estinzione del reato, restando comunque applicabili le eventuali sanzioni amministrative accessorie; – come motivo di revoca della messa alla prova la trasgressione grave del programma di trattamento, ovvero la reiterata trasgressione dello stesso o il rifiuto di prestare il lavoro di pubblica utilità, o la commissione, durante il periodo di prova, di un nuovo delitto non colposo o di un reato della stessa indole rispetto a quello per cui si procede. Fonte: camera.it[/toggles]

Il giudice ha disposto anche la riconsegna all’aggressore dell’arma sequestrata nel suo appartamento, dato che svolge il lavoro di guardia giurata (al momento dell’aggressione non era in servizio). Il questore dovrà ora decidere se rilasciare il nulla osta per riconsegnare o meno la pistola. Un limitazione è stata imposta sull’orario di lavoro: la guardia giurata avrà l’obbligo di stare a casa di notte, dalle 23 alle 6 del mattino.

La decisione ha deluso quanti si aspettavano una pena esemplare, magari con un periodo di prigione data la gravità del gesto che ha mandato all’ospedale due vigili, dopo una furia cieca durata diversi minuti. 

“Le sentenze non si discutono mai – ha detto al quotidiano il Giorno l’assessore alla polizia locale Alessandro Piano, che è anche avvocato penalista – Si deve considerare che il giudice, nell’applicare la pena, ha sicuramente valutato il reato, tralasciando di farsi trasportare dall’emotività”.

Si è detto sorpreso anche il vicesindaco Felice Cagliani: “Non mi aspettavo un esito di questo tipo, ma dobbiamo prendere atto della sentenza” ha detto al Giorno, rimarcando quanto gli agenti siano rimasti scossi dall’episodio, visto anche il loro comportamento prima dell’aggressione che, a detta di tutti i testimoni, è stato educato ed esemplare.

Il processo per direttissima, dati i tempi stretti, ha impedito al Comune di costituirsi parte civile. Ma l’esito non fermerà il procedimento. A settembre, Piano proporrà alla giunta di promuovere un procedimento civile per chiedere i danni: “Mi pare un segnale doveroso sia nei confronti degli agenti che dell’intera città” ha detto l’assessore.

(foto l’ambulanza durante i soccorsi ai due vigili aggrediti)

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