[textmarker color=”E63631″]COLOGNO MONZESE[/textmarker] – Dopo l’emergenza esondazione che ha fatto preoccupare Comune, Protezione civile e tanti cittadini è tempo di bilanci a Cologno.
La doppia faccia della medaglia è questa. Da una parte il pensiero di chi ritiene inconcepibile che, dopo tutti i lavori fatti per mettere in sicurezza il tratto di Lambro colognese, costati un investimento di oltre 3 milioni di euro a più riprese, ci si ritrovi ancora ad aver paura che il fiume esondi. Dall’altra ci sono Ministero, Regione e Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po), che hanno portato avanti il progetto e che replicano, in sostanza: “be’ il Lambro non è esondato, no?”.
Ma potrebbe essere solo andata bene. Tanto che l’emergenza non rientrata del tutto, visti i temporali che continuano a susseguirsi. A preoccupare Comune e protezione civile è soprattutto la velocità con cui il fiume si alza e per contro la lentezza con cui riprende il livello normale. L’altro ieri nel giro di una ventina di minuti l’acqua si è alzata fino alla soglia ponte, rimanendo così per oltre dieci ore. Prima invece il livello si alzava all’improvviso ma altrettanto repentinamente si riabbassava.
Ad attaccare è Marco Poloni, capogruppo della Lega Nord in consiglio a Cologno, basito dal perenne stato di allerta. “L’evento di martedì ha dimostrato quello che abbiamo sempre sostenuto: questi lavori non hanno per niente migliorato le cose, anzi. Questa volta è andata bene, ma se arrivasse l’alluvione del 2002? San Maurizio potrebbe davvero finire sott’acqua. Non è concepibile, i lavori avrebbero dovuto risolvere la situazione”. La Lega nord chiederà alla Regione la convocazione di un tavolo tecnico per discutere la questione.
Anche il sindaco Mario Soldano si è mosso per fare chiarezza sulla situazione, chiedendo l’organizzazione di una conferenza dei servizi a livello regionale.