[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – “Spostare l’occupazione a Pozzolo Formigaro significa perdere il lavoro: una ricollocazione nel Milanese è l’unica soluzione per garantire davvero l’occupazione” ha detto durante l’assemblea di lunedì Massimiliano Murgio, delegato Fiom dell’azienda Marcegaglia.
Pur senza bloccare la produzione, i lavoratori hanno confermato lo stato di agitazione, chiedendo ai sindacati di organizzare un incontro con l’azienda al Ministero dello sviluppo economico in modo da vagliare le alternative al trasferimento in Piemonte dell’azienda sestese.
In caso di spostamento della produzione a Pozzolo, in provincia di Alessandria, come vuole la proprietà della Marcegaglia, infatti, sarebbero oltre cento chilometri di distanza: un’ora e mezza ad andare e un’ora e mezza a tornare. L’azienda ha proposto l’istituzione di un pulmino o di un incentivo economico per chi accettasse di fare il pendolare in queste condizioni. Per gli altri, una buonuscita dall’azienda.
Una proposta inaccettabile per il sindacato, che vuole ragionare su come mantenere al produzione nello stabilimento di viale Sarca, che impiega 170 lavoratori.
Alcuni di essi, tuttavia, hanno detto di essere disposti a tutto pur di non perdere il lavoro. Così hanno chiesto ai sindacati soprattutto garanzie da ottenere con le trattative: certezza del ricollocamento per tutti, incentivi, indennità di trasporto, accompagnamento alla pensione. Tutti elementi da valutare, prima di prendere una decisione personale.
Per venerdì è fissato un incontro tra la direzione e la segreteria del coordinamento nazionale Fim-Fiom-Uilm Marcegaglia, ma le trattative proseguiranno la settimana prossima, dopo due giorni di cassa integrazione e un inquieto ponte del Primo Maggio per i lavoratori.
