Mar. 29 Apr. 2025
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Giovani e dipendenze digitali: “Mai lasciarli soli”

L'intervista a Paola Pessina, presidente di Fondazione Comunitaria Nord Milano, impegnata ad affrontare questa emergenza educativa al fianco di tante altre realtà del territorio

“Il fascino del mondo digitale cede solo di fronte a esperienze ancora più coinvolgenti e appaganti nel mondo reale. Quelle che promuoviamo a fianco delle scuole, degli oratori, dei tanti soggetti che nel Nord Milano sono impegnati con i più giovani”, così Paola Pessina, presidente della Fondazione Comunitaria Nord Milano, realtà significativa del nostro territorio che promuove la cultura del dono ed eroga contributi a favore di progettualità specifiche, aiutando persone, enti e imprese a sostenere progetti di utilità sociale. Con lei ci siamo confrontati su un tema di grande interesse, le dipendenze digitali, che sfida la nostra quotidianità.

Durante I dialoghi del Nord Milano dedicati all’intelligenza artificiale, organizzati anche dalla nostra testata, è emerso il vivo interesse e la preoccupazione circa i rischi di una sovraesposizione al “consumo” digitale, soprattutto da parte dei giovani. Dal vostro osservatorio, qual è lo stato dell’arte?
Come tutti coloro che si sentono responsabili del benessere dei componenti più giovani delle nostre comunità, abbiamo la consapevolezza che non è possibile né sensato opporsi allo sviluppo delle nuove tecnologie digitali. Ma condividiamo la preoccupazione per l’impreparazione – nostra, oltre che dei ragazzi – a gestirle con equilibrio: avvertiamo l’urgenza di agire perché le dinamiche virtuali, che impattano pesantemente sulla sfera emotiva dei più giovani in particolare, non sostituiscano le relazioni personali tra coetanei e con gli adulti. Perciò in Fondazione Comunitaria sosteniamo il più possibile progetti destinati ai ragazzi e ai giovani che li vedano protagonisti in prima persona, non da soli ma impegnati con i loro pari, anche utilizzando in maniera creativa proprio gli strumenti digitali, su cui hanno indubbiamente una familiarità maggiore che non le precedenti generazioni.

Come Fondazione come siete coinvolti e impegnati su questo tema?
Quali sono i soggetti chiamati, più di altri, a offrire risposte e soluzioni a questa problematica?
L’idea dei Patti Digitali, che impegnano tutta la comunità, è una componente specifica di quei Patti Educativi di Comunità che la Fondazione favorisce concretamente nel suo territorio, anche tramite la piattaforma Common Ground, che da qualche anno fa da punto di raccolta delle più significative esperienze educative prodotte nel Nord Milano (https://nordmilanoeduca.org/patti-digitali-un-aiuto-per-educare-insieme/).
I Patti Digitali di Comunità sono fatti da gruppi di genitori – preferibilmente con l’adesione anche di scuole, istituzioni e altre realtà educative – che si accordano collettivamente su questioni concrete nell’educazione digitale durante la pre-adolescenza: si condividono scelte sull’età di arrivo dello smartphone in famiglia, si concordano regole per l’uso dei social media, ci si organizza per fare in modo di sviluppare le competenze digitali dei ragazzi, affiancandoli e guidandoli a un uso consapevole.
Per quanto riguarda il Nord Milano, nella rete delle comunità che aderiscono ai Patti Digitali, oltre a Cinisello che vi sta dedicando grande attenzione, risultano già attive Garbagnate, Novate e Solaro. Si basano sui tre principi di base indicati nel sito www.pattidigitali.it: aspettare almeno fino al termine della seconda media per dotare un ragazzino di uno smartphone da usare in autonomia, seguire un percorso di formazione per genitori e ragazzi, decidere alcune semplici regole per l’uso in famiglia (niente smartphone a tavola e a letto, rispetto delle età per social, app e videogiochi, password condivisa con i genitori fino ai 14 anni).

Il “fronte” educativo (scuole, oratori, eccetera) è interpellato in primo luogo, ma anche le istituzioni, come i Comuni, potrebbero svolgere un ruolo attivo in questo ambito. Qual è la sua opinione a tal proposito?
È esattamente il tipo di collaborazione che la Fondazione promuove: con il bando che si dedica ogni anno ai progetti educativi –titolo: “Non uno di meno” -, con la piattaforma https://nordmilanoeduca.org/alimentata da tante diverse iniziative che ispirano nuove esperienze replicabili, con la partecipazioni agli eventi più interessanti dedicati ai temi dell’educazione. Il lavoro specifico di una Fondazione Comunitaria, è quello di unire le tessere del mosaico: e per intuire quanto sia fitto questo mosaico nel Nord Milano, basta osservare che sulla mappa presente in piattaforma sono agganciati più di 800 punti di interesse: vuol dire che scuole, oratori, servizi per l’infanzia e per i ragazzi, centri di aggregazione per i giovani, offrono innumerevoli opportunità perché la comunità adulta assuma in pieno le sue responsabilità educative, promuovendo il benessere di una generazione bersagliata da stimoli e problemi che le precedenti non conoscevano.
Quest’anno Fondazione Comunitaria Nord Milano sostiene anche l’EduFest di Cinisello, che promette di essere uno degli eventi di maggior richiamo per tutti coloro che educano, visto il profilo delle presenze che si annunciano, che comprendono le voci più riconosciute in campo filosofico, pedagogico, della comunicazione. Una prova in più di quanto le istituzioni e le realtà di Terzo Settore del Nord Milano siano non solo sensibili alla fatica e all’avventura dell’educare, ma anche capaci di iniziative di grande impatto.

A.d.l.

 

 

 

 

 

 

 

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