Oltre 100 persone vaccinate gratuitamente per un totale di 300 vaccinazioni contro HPV (Papilloma Virus), HAV (Epatite A), HBV (Epatite B). È l’esito dell’open night “VaccinaMilAN* e dintorni”, organizzata dal Dipartimento Prevenzione ASST Nord Milano in collaborazione con Milanocheckpoint, che si è svolta sabato sera a partire dalle 19 nel parcheggio all’esterno della Discoteca ONE Way di via Cavallotti dove sono state allestite 3 postazioni vaccinali composte da 3 medici vaccinatori e 3 infermieri, un coordinatore infermieristico e un medico infettivologo.
La vaccinazione è stata rivolta in particolare a uomini gay e bisessuali, sex worker e persone transgender, più difficilmente raggiunti dai programmi di prevenzione con l’obiettivo di favorire uno strumento di prevenzione estremamente efficace contro forme di cancro ampliamente evitabili.
“Abbiamo voluto organizzare questa iniziativa sul territorio per incentivare la prevenzione tra persone target che possono essere le più esposte al rischio d’infezione – ha sottolineato Giulia Chadenier, direttrice Dipartimento Prevenzione ASST Nord Milano -. Abbiamo riscontrato grande partecipazione e siamo per questo già al lavoro per replicare questa iniziativa.”
Il virus dell’HPV provoca in Italia oltre 5.000 tumori all’anno, tra cui la grande maggioranza dei casi di carcinoma dell’ano e un terzo di quelli dell’orofaringe, oltre al più noto carcinoma della cervice uterina. Sia gli uomini quanto le donne possono contrarre il virus, che infatti è la più comune infezione sessualmente trasmissibile a livello mondiale. Nella grande maggioranza dei casi l’agente patogeno rimane silente senza creare alcun danno. Altre volte invece aumenta le possibilità d’insorgenza di alcuni tumori.
“La prevenzione a tutti i livelli e per tutti i cittadini è un’attività prioritaria su cui siamo quotidianamente al lavoro – ha aggiunto Tommaso Russo, Direttore Generale dell’Asst Nord Milano – Abbiamo, come azienda, una forte vocazione territoriale perché pensiamo che sia indispensabile raggiungere le persone al di fuori delle nostre strutture per costruire o potenziare reti di presa in carico con le istituzioni del territorio e arrivare ad offrire cure e assistenza di prossimità”.