Gio. 12 Giu. 2025
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Sesto San Giovanni, sgomberata la Casa Albergo Mezzanotti. Infuriano le polemiche

Lo sgombero nella prima mattinata di mercoledì 31 luglio. Di Stefano: "A Sesto San Giovanni la legalità si rispetta e chi viola le leggi ne paga le conseguenze. Una certa sinistra come sempre si schiera dalla parte di abusivi e ciarlatani, noi stiamo dalla parte dei fragili, ma quelli veri”. E l'opposizione replica: "La verità è ben diversa da come ce la racconta il sindaco". Foggetta: "La situazione di alcuni cittadini sfrattati è ancora precaria"

La Casa Albergo don Sandro Mezzanotti è stata sgomberata. Nelle prime ore della mattina di ieri via Fogagnolo si è popolata di camionette della Polizia e numerosi agenti pronti a dare esecuzione allo sgombero dell’immobile di proprietà comunale tenuto a battesimo oltre 20 anni fa dall’allora Cardinale Carlo Maria Martini che lo aveva definito “una goccia nel mare della questione abitativa, ma è segno di speranza”, sottolineando che “la collaborazione tra istituzioni ed enti caritativi per rispondere è un modello positivo, coraggioso ed efficace da seguire per risolvere queste e altre emergenze”.

Quella collaborazione però nel corso di questi 26 anni, da quando nel 1998 il Comune aveva ceduto in comodato d’uso l’immobile di via Fogagnolo alla Fondazione San Carlo per ospitare lavoratori e persone in stato di fragilità a prezzi calmierati, è andata sfaldandosi per ricomporsi a suon di carte bollate nelle aule di Tribunale. Fondazione San Carlo prima, Fondazione ViviVincent poi. Fino a ieri mattina quando le Forze dell’Ordine hanno sgomberato le ultime persone rimaste nello stabile – circa una quarantina – occupato abusivamente dalla Fondazione ViviVincent che dopo l’assegnazione della durata di tre anni, scaduta nel 2021, non aveva provveduto a lasciare l’immobile, peraltro dichiarato inagibile per non aver rinnovato la certificazione antincendio.

In una caldissima giornata di fine luglio arriva la parola fine all’annosa vicenda con plauso del sindaco Di Stefano: “A Sesto non c’è spazio per occupazioni abusive – ha dichiarato -. La situazione ereditata dalla sinistra era a dir poco scandalosa, i vecchi gestori della casa albergo pagavano al comune solo 206 euro all’anno di canone, 19 euro al mese per affittare una palazzina che ospitava 90 famiglie”. Il riferimento è alla Fondazione San Carlo che aveva in gestione la struttura dal 1998. Gestione che, al momento dell’insediamento della prima giunta Di Stefano nel 2017, era stata messa sotto la lente d’ingrandimento rivelando alcune opacità: “L’utilizzo dello stabile era decisamente anomalo – ha continuato il sindaco -: all’interno abbiamo trovato stranieri senza permesso di soggiorno, spacciatori e attività di prostituzione. Eravamo subito intervenuti per sanare questo spreco di denaro pubblico, indicendo un bando per trovare un nuovo gestore con un canone annuo adeguato ai servizi erogati”.

Un bando andato completamente deserto, per cui l’Ente aveva provveduto ad un affidamento diretto alla Fondazione Vivivincent per tre anni – riservandosi l’utilizzo di 12 posti letto al giorno a favore di soggetti individuati dal Comune – con la clausola che al termine del contratto la struttura sarebbe stata venduta. Le cose però non sono andate come previsto dalle condizioni contrattuali e la Fondazione, allo scadere della concessione, ha continuato ad esercitare la funzione alberghiera incassando gli affitti dagli inquilini e senza effettuare gli interventi di messa a norma. Inevitabile il passaggio della palla al Tribunale.

Nel settembre 2023 il TAR si è espresso in merito all’illegittimità della gestione della struttura dichiarando che “la concessionaria di un bene pubblico comunale non è titolata di alcuna aspettativa alla prosecuzione del rapporto” e nel gennaio di quest’anno Fondazione ViviVincent è stata condannata dal Tribunale di Monza per il mancato versamento dei canoni e il rimborso del teleriscaldamento per oltre 130mila euro da corrispondere al Comune più altri 10mila euro per le spese di giudizio.

dalla pag. FB del PD di Sesto San Giovanni

Lo sgombero è dunque l’ultimo atto di una battaglia annosa che lascia però sul campo gli ospiti della Casa Albergo. A marzo 2024 il Comune aveva dichiarato presenti nella struttura 105 ospiti, alcuni di questi con una progettualità già avviata dai Servizi Sociali dei comuni di residenza; 31 residenti a Sesto San Giovanni, 23 di Milano, 24 fuori regione e i restanti da altri comuni lombardi, assicurando che “tutti saranno ricollocati nell’interesse della rispettive esigenze personali, nessuno finirà in mezzo alla strada”.

Di Stefano conferma quanto era stato anticipato alcuni mesi fa: “È da febbraio che il comune lavora per ricollocare i fragili e i bisognosi – ha spiegato -. Politici e referenti sindacali vicini alla sinistra li hanno manipolati per mesi rallentando l’iter, convincendoli a restare in un edificio inagibile. Evidentemente devono aver pensato di voler seguire le indicazioni di Ilaria Salis tentando in ogni modo di ostacolare le operazioni e alimentando false speranze negli occupanti”. E chiosa: “Ma non funziona così, a Sesto San Giovanni la legalità si rispetta e chi viola le leggi ne paga le conseguenze. Una certa sinistra come sempre si schiera dalla parte di abusivi e ciarlatani, noi stiamo dalla parte dei fragili, ma quelli veri, senza farci condizionare da speculatori”.

“Preoccupazione per i cittadini che si sono ritrovati di colpo senza un tetto”

L’epilogo della vicenda ha sollevato polemiche da parte delle opposizioni, a partire dai Dem sestesi che pongono l’accento sulla responsabilità della situazione: “Ricordiamo che LA VERITÀ È BEN DIVERSA da come ce la racconta il Sindaco – tuonano -. Infatti, l’imbarazzante situazione della struttura è da imputarsi unicamente al Sindaco Di Stefano, il quale già nel 2018 (ben 6 anni fa) ha affidato direttamente e SENZA BANDO, alla fondazione VVVICENT la gestione della struttura. Quindi se si sta cercando un colpevole per l’attuale situazione della Casa Albergo, caro sindaco, non sono necessari roboanti post in cui si cercano i colpevoli, perché i colpevoli siete voi”. E ancora: “Colpevoli di esservi rifiutati di incontrare cittadini in difficoltà e le associazioni che li rappresentano – proseguono -. Colpevoli di non aver risposto, nemmeno durante l’ultimo consiglio comunale, alle richieste delle forze di opposizione che chiedevano chiarimenti sulle modalità di sfratto e sulle possibilità di assistenza per gli inquilini che sarebbero stati sfruttati”.

E poi un interrogativo sul futuro, e le sorti delle due strutture Casa Albergo e il Residence Puccini: “Ora che queste due strutture che potevano essere una prima risposta al tema abitativo sono state chiuse, quali saranno le azioni che questa amministrazione vuole mettere in campo per risolvere il problema abitativo – si domandano -? Temiamo che la risposta sarà solo silenzio sul Residence Puccini e monetizzazione sulla Casa Albergo; una monetizzazione volta ad impedire anche in futuro politiche di accoglienza delle quali la nostra città è sempre andata giustamente orgogliosa”.

Un caso politico e sociale

Critici anche Alleanza Verdi Sinistra e Reinventiamo Sesto: “All’alba, la Casa Albergo è stata sgomberata e quaranta persone si sono trovate di colpo senza un tetto – hanno sottolineato -. Il Comune dichiara che tutte le persone sono state già ricollocate in altri spazi, in realtà per molti di loro la situazione non è ancora conclusa e non è detto che si concluda positivamente”.
“Questa mattina – dichiara Foggetta – è avvenuto lo scempio che da tempo annunciavamo. Dentro la Casa Albergo erano rimaste oltre 40 persone, anche anziani e malati, per molte di loro, contrariamente a quanto vanno dicendo il sindaco Di Stefano e i suoi, non è stata in nessun modo trovata una soluzione. Ho avuto modo di accompagnare una delle persone sfrattate che ha trovato sistemazione in un’abitazione che ieri risultava senza corrente”.

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