Gio. 02 Mag. 2024
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Seveso, Fratel Ettore verso la santità

Sabato 25 novembre si chiude la fase diocesana di beatificazione del religioso camilliano. Alle 10, nella struttura di accoglienza da lui fondata, la cerimonia con l'arcivescovo Mario Delpini

Sabato 25 novembre si conclude a Seveso la fase diocesana del processo di beatificazione di fratel Ettore Boschini, per tutti “fratel Ettore”, il religioso camilliano scomparso nel 2004 dopo una vita al servizio dei più poveri ed emarginati. La cerimonia si svolgerà nel luogo in cui è sepolto il camilliano, Casa Betania (corso Isonzo 90), sede dellOpera Fratel Ettore, la realtà che offre accoglienza alle persone senza fissa dimora.
Sarà l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, sabato, a suggellare la fine dell’iter canonico con la chiusura dell’istruttoria per la beatificazione, aperta nel dicembre 2017 sempre a Casa Betania. Successivamente la documentazione sarà sigillata e inviata a Roma al Dicastero delle Cause dei Santi, dove il materiale raccolto verrà ripreso nella Positio, ossia nel volume da presentare prima a sei storici, poi a sette teologi, infine, ai Vescovi e ai Cardinali membri del Dicastero. La postulatrice della causa è la storica Francesca Consolini.
A partecipare alla cerimonia, oltre a una rappresentanza di religiosi camilliani, mons. Ennio Apeciti, responsabile del Servizio diocesano per le Cause dei Santi, don Marco Gianola, collaboratore dello stesso Servizio e promotore di giustizia della causa, e padre Walter Vinci, postulatore dell’Ordine Camilliano, che si occuperà di seguire a Roma la procedura per la beatificazione di fratel Ettore.

Chi era Fratel Ettore

Nato da una famiglia di agricoltori nel 1928 a Roverbella (Mantova), fratel Ettore decide, all’età di 24 anni, di entrare nell’Ordine dei Camilliani per pronunciare i voti temporanei come “Fratello” nel 1953. All’inizio degli anni Settanta viene destinato a Milano e inizia così il suo impegno al servizio delle persone più in difficoltà realizzando nel 1979 un “rifugio” nei sotterranei della Stazione Centrale di Milano dove accogliere perlopiù senza tetto.

 

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