Gio. 02 Mag. 2024
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Sesto San Giovanni, in manette l’egiziano che inneggiava allo Stato islamico

Le dichiarazioni del sindaco Roberto Di Stefano: "Il pericolo del fondamentalismo islamico è intorno a noi, anche in Italia, nonostante il buonismo della sinistra che continua a sottovalutare il pericolo terrorista"

Uno dei due egiziani che inneggiavano allo Stato islamico e che ieri, martedì 17 settembre, sono stati arrestati dalle forze dell’ordine, era residente a Sesto San Giovanni e dipendente di un’impresa di pulizie a Brugherio. Insieme a lui è stato arrestato un uomo di 43 anni, sempre di origine egiziana, con cittadinanza italiana e residente a Monza.
Le accuse: partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere.

Le minacce alla Meloni

Le indagini, iniziate due anni fa, hanno scoperto la loro attività in gruppi Whatsapp che veicolano “materiale informativo e apologetico dell’Isis”. I due – si legge nelle 183 pagine di ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Fabrizio Filice su richiesta del pm Alessandro Gobbis, avevano avviato un “percorso di radicalizzazione che li ha portati non solo a essere estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitali” per conto dell’organizzazione salafita, ma anche a “concretizzare atti di vera e propria messa a disposizione dell’organizzazione terroristica, quali il finanziamento di “cause di sostegno” dell’organizzazione stessa e “la prestazione del giuramento di appartenenza e di fedeltà”
al Califfato. I due arrestati nell’operazione antiterrorismo della Procura di Milano, condotta dalla Digos, erano “estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitali per conto dell’Isis, mettendosi a disposizione dell’organizzazione terroristica e finanziando “cause di sostegno”‘ del sedicente Stato islamico, al quale “avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà”.

Anche “minacce” alla premier Giorgia Meloni sarebbero state rintracciate nelle chat in cui scrivevano i due arrestati nell’operazione antiterrorismo della Procura di Milano, condotta dalla Digos. I due, in particolare, mettevano i loro commenti di appoggio all’Isis e contro l’Occidente su gruppi Telegram, Facebook e WhatsApp,
frequentati da estremisti.

“Tolleranza zero”, dice il sindaco Roberto Di Stefano

Ieri, in serata, non si è fatto attendere il commento del sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano:” “L’arresto di due terroristi dell’Isis, a poche ora dal vile attentato che ha colpito Bruxelles, è la prova che il pericolo del fondamentalismo islamico è intorno a noi, anche in Italia, nonostante il buonismo della sinistra che continua a sottovalutare il pericolo terrorista. Il fatto che uno dei due arrestati sia stato residente a Sesto, ma poi abbia deciso di lasciare il nostro territorio, perché troppo ostile nei confronti del fondamentalismo islamico è l’ennesima dimostrazione che questi anni di lotta e inasprimento da parte della mia Amministrazione verso il fanatismo religioso siano stati efficaci e abbiano portato Sesto San Giovanni ad essere un territorio scomodo per la radicalizzazione delle frangenti estremiste.

In questo momento è necessaria tolleranza zero, manette ed espulsioni nei confronti di chi sostiene il terrorismo islamico. In questi anni ci siamo opposti alla realizzazione della festa del sacrificio, al pagamento delle spese per la salma del terrorista Amri, ucciso dalla nostra polizia e, su tutto, quando mi sono insediato come primo atto ho deciso di eliminare il progetto della moschea più grande del Nord Italia, voluta fortemente dalla sinistra, la quale sarebbe diventata un luogo di propaganda per l’integralismo islamico. Sono estremamente orgoglioso di ciò che ho fatto, continuerò a difendere la mia città, nonostante le minacce ricevute per queste scelte.
Voglio ringraziare le forze dell’ordine che rischiano la vita per la salvaguardia della nostra sicurezza ed incolumità e che silenziosamente sono riusciti ad effettuare un’importante operazione di prevenzione contro il terrorismo.”

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