Ven. 26 Apr. 2024
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Sesto San Giovanni, oltre le barriere: gli studenti di 5^dei Salesiani in ritiro alla Cooperativa L’Iride

Gli allievi di quinta dell’Istituto tecnico fianco a fianco con i ragazzi disabili della Cooperativa monzese nell'ambito di un progetto di collaborazione già consolidato con i Salesiani che da quest'anno è stato esteso anche ai maturandi che stanno per diventare periti tecnici.

Si è conclusa questa settimana l’esperienza di 150 ragazzi della scuola secondaria di secondo grado “Ernesto Breda” – Salesiani di Sesto San Giovanni presso la Cooperativa sociale L’Iride di Monza. Un’occasione di conoscenza e scambio per gli allievi di quinta dell’Istituto tecnico, di apertura e scoperta dell’altro fianco a fianco con i ragazzi disabili della Cooperativa, non una semplice “gita” o un laboratorio, bensì un’esperienza di condivisione di tempo e talento.

Chi al lavoro nel laboratorio artistico, altri in visita in produzione, altri che giocano a calcetto, con il suono del pianoforte a raccordare tutte le voci. In gruppi di circa una trentina, gli allievi degli indirizzi meccanico, meccatronico, elettrico, elettrotecnico e informatico si sono messi alla prova sia negli spazi socio-educativi che nell’area produttiva de L’Iride, sperimentando uno sguardo verso il prossimo in una dimensione di fragilità che può “sposarsi” con l’aspetto lavorativo ed educativo. Classe per classe si sono cimentati in un laboratorio di arte-terapia, poi hanno visitato il settore produttivo de L’Iride con i disabili impegnati nel loro lavoro di assemblaggio elettromeccanico.

Un accordo ampio con la Cooperativa L’Iride

La collaborazione della Cooperativa monzese L’Iride con i Salesiani di Sesto San Giovanni è frutto di un accordo ampio che già comprende tirocini curricolari ed extra-curricolari per i ragazzi del Centro di Formazione Professionale, nonché apprendistati e PCTO e da quest’anno si è estesa anche ai maturandi che stanno per diventare periti tecnici.  Questo è stato senza dubbio un momento di importanza capitale perché i nostri allievi hanno imparato da ragazzi fragili, ribaltando i normali preconcetti, vedendo con i loro occhi quanto possano essere competenti ed entusiasti del loro lavoro – spiega don Alessandro Curotti, catechista, coordinatore delle attività di educazione alla fede della scuola -. Per chi sta affrontando un percorso di studi in meccanica, elettrotecnica o informatica sono insegnamenti, anche di vita, preziosi. Naturalmente non manca anche il momento più spirituale, di ritiro, con spezzoni di film che aiutino a riflettere su ciò che si è sperimentato e l’attività conseguente, orientata al progetto di vita”.

Il progetto è stato prima illustrato ai ragazzi dalla direttrice de L’Iride, Claudia Valtorta, che li ha incontrati nell’istituto salesiano spiegando loro la storia e la mission della Cooperativa, per prepararli ad affrontare l’avventura con gli utenti fragili che ogni giorno frequentano gli spazi di via Cimabue e limitrofi a Monza: Abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo e ci siamo lanciati in questo progetto – racconta Valtorta – 150 ragazzi sono tanti, vedere il pannello che hanno realizzato nel laboratorio di arte-terapia con tutte quelle firme che occupano totalmente lo spazio disponibile riempie il cuore”.

Mettere persone fragili in condizione di lavorare e portare il loro contributo è la vera scommessa de L’Iride: “Per me sapere che ciò che faccio permette a loro di lavorare è una missione – spiega Simone Cobianco, Direttore di Produzione Settore B – è qualcosa che anche quando torno a casa stanco alla sera mi permette di ricaricarmi e mi sprona poi a dar sempre tutto me stesso, mettendo a disposizione energie fisiche e mentali e anche ciò che ho imparato nelle esperienze professionali precedenti”.

Anche per gli studenti salesiani l’esperienza all’Iride ha lasciato il segno, come testimonia Lorenzo, quinta indirizzo Meccanica e Meccatronica dell’Istituto salesiano: “Questa esperienza mi ha segnato molto dal punto di vista morale perché ho visto che le persone fragili possono fare operazioni e procedimenti che svolgiamo anche noi, ho imparato a lavorare in team in chiave di autentica collaborazione… ci fosse una nuova edizione di questo progetto vi parteciperei più che volentieri”. Gli fa eco Diego: “Ho scoperto qui l’esistenza di apparecchiature nuove e cosa servono e anche che, con il giusto metodo, persone disabili possono lavorare in un’azienda, rispettando scadenze e producendo con qualità. Sono d’accordo con Lorenzo, se ci fosse modo di continuare quest’esperienza non avrei dubbi nel dire di sì.”

E sul futuro di questo progetto pilota i Salesiani e L’Iride ci stanno già lavorando: “Stiamo sognando di portare i ragazzi della cooperativa nei cortili e nei laboratori della nostra scuola”.

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