Quest’anno il giardino intitolato ai Martiri delle Foibe accoglierà un nuovo invito alla memoria dei 350 mila esuli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia. Un monumento di marmo, donato alla città anche grazie al contributo dell’Unione degli Istriani, sarà svelato venerdì 10 febbraio 2023 con l’accompagnamento di letture degli studenti delle scuole cittadine. La cerimonia ha inizio alle 9.30 in via Martinelli (angolo piazza Italia) con la deposizione della corona, gli interventi del sindaco Giacomo Ghilardi e di Lorenzo Galli, coordinatore regionale dell’Associazione dell’Unione degli Istriani e, infine, la benedizione di Don Federico Bareggi.
“Ogni anno l’Amministrazione comunale dimostra il proprio impegno nel ricordare la tragedia degli italiani e delle vittime delle foibe insieme all’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante la seconda guerra mondiale e nel dopoguerra – spiegano dal Comune -, aggiungendo racconti e testimonianze alla Storia”. Lo stesso giardino di via Martinelli è stato dedicato tre anni fa a Norma Cossetto, studentessa universitaria istriana torturata e gettata in una foiba, mentre nel 2021 è stato siglato un Protocollo d’Intesa con l’Associazione dell’Unione degli Istriani per realizzare insieme iniziative di carattere culturale, didattico e formativo finalizzate alla diffusione della conoscenza delle vicende dell’esodo e delle foibe, soprattutto tra le giovani generazioni.
La storia si compone anche delle testimonianze di cittadini cinisellesi come Pierino Buggini, profugo istriano, che accompagna il Giorno del Ricordo di quest’anno con la frase “Terre carsiche lucenti, adombrate e rabbuiate dall’oblio del martirio e dall’esodo di fratelli italiani”.
La grande storia di Abdon Pamich
La sera del 10 febbraio 2023, alle ore 21 presso l’Auditorium Falcone e Borsellino del Centro culturale Pertini, va in scena La grande storia di Abdon Pamich, di e con Davide Giandrini, autore e regista specializzato nel teatro-canzone. Nel settembre del 1947, a soli 13 anni, Abdon Pamich abbandona la sua città natale, Fiume, in calzoncini, maglietta e scarpe da ginnastica, insieme al fratello Giovanni. Da soli, senza genitori, corrono di notte per oltre 5 chilometri tra i binari della campagna, alla ricerca di un treno che possa portarli verso un futuro più sicuro. Dopo quella fuga, Abdon diventa uno dei campioni italiani più premiati nei 50 km di marcia, conquistando una medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Roma nel 1960 e a quelli di Tokyo nel 1964, due volte il titolo di campione europeo e 40 titoli italiani. Una storia che racconta anche il dramma delle foibe, ciò che migliaia di italiani hanno dovuto subire quando l’Italia sconfitta dopo la seconda guerra mondiale firmò il Trattato di pace che assegnava parte delle sue terre alla Jugoslavia di Tito.