Sab. 20 Apr. 2024
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Cormano dice NO al gioco d’azzardo

Una serata per dire no al gioco d’azzardo, fenomeno sempre più dilagante e preoccupante. Martedì sera il tema del gioco patologico è stato al centro di un incontro nell’aula consiliare del Comune di Cormano al quale ha preso parte la dottoressa Simonetta Conti, psicologa e psicoterapeuta del SerD di Sesto San Giovanni, che ha illustrato un quadro preoccupante sul fenomeno con dati in continua crescita.

Grazie al progetto Mind the Gap della Cooperativa La Grande casa, che collabora da diversi anni con l’amministrazione comunale di Cormano in un progetto di ambito più ampio, il tema del gioco d’azzardo è stato riportato all’attenzione della comunità. Toccanti le testimonianze dirette di tre ex giocatori che, attraverso il supporto del SerD di Sesto San Giovanni, hanno superato la loro dipendenza ed ora portano la loro esperienza perché possa essere d’aiuto ad altri in difficoltà.

“Abbiamo condiviso la necessità di formazione di operatori capaci, con l’aiuto degli assistenti sociali, di intercettare il bisogno e soprattutto sostenere i familiari che spesso si rivolgono al servizio comunale – spiega l’assessore Cinzia Gatto, con delega alle Politiche sociali e servizi per la salute -. La formazione condivisa ha consentito un migliore raccordo con i servizi sanitari dedicati ai quali inviare i cittadini creando un percorso più sicuro e protetto”.

L’Amministrazione cormanese da tempo ha offerto l’opportunità di parlare ed affrontare le tematiche delle dipendenze legate al gioco d’azzardo patologico anche attraverso la concessione, a titolo gratuito, di uno spazio gestito dall’Associazione Giocatori Anonimi, che potesse diventare un riferimento sul territorio per le persone affette da ludopatia e per i loro familiari. “La risposta di questa amministrazione al fenomeno dell’azzardo – conclude l’assessore – ha quindi previsto uno sviluppo del servizio di Segretariato sociale comunale, un maggiore sviluppo del raccordo con gli enti sanitari proposti, una più profonda comunicazione tra enti ed associazioni del territorio sensibili alla problematica come gli Enti caritativi che, spesso, intercettano ed incontrano i soggetti fragili.”

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