Ven. 19 Apr. 2024
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Paderno Dugnano, centri estivi comunali: la rabbia dei genitori dei bambini esclusi

Le accuse: nel mirino i criteri legati alle graduatorie, la mancanza di previsione da parte del Comune e l'incapacità di trovare soluzioni alternative a sostegno delle famiglie

Non si placano le polemiche dei genitori dei bambini di Paderno Dugnano rimasti esclusi dai centri estivi comunali che ora dovranno districarsi tra le difficoltà legate all’organizzazione familiare dopo la chiusura delle scuole. Il Comune nei giorni scorsi aveva reso pubbliche le graduatorie, suddivise per turni settimanali, con un anticipo rispetto ai tempi dettato dall’elevato numero di bambini e ragazzi che non troveranno posto nei centri comunali e che si troveranno costretti a trovare soluzioni alternative valutando altre proposte in città.

Un boom di richieste per quest’anno che, per Primarie e Secondarie, nelle prime settimane supera l’80% rispetto alla capacità di accoglienza dei centri estivi comunali e del 50% per le ultime settimane di luglio, mentre per l’Infanzia le percentuali variano dal 50% per i primi turni fino a quasi il 40% degli ultimi. E che ha trovato il Comune impreparato. “Il mio bambino – spiega Valentina C. -, come altri 80 solo della scuola dell’Infanzia, è stato escluso dal centro estivo comunale. Noi genitori lavoratori siamo dunque costretti a ricorrere a strutture private a prezzi altissimi, sempre nella speranza di trovarle dato che i centri estivi per bambini sotto i 5 anni sono pochi, e di conseguenza già pieni, e impossibilitati a rivolgerci agli oratori per questioni di età”.

Nel mirino finiscono i criteri legati alle graduatorie: “L’assurdità è data sia dal punteggio, che ha assegnato gli stessi punti parziali a bambini con entrambi i genitori lavoratori, sia a bambini con un genitore disoccupato – prosegue Valentina -, il che prima di tutto per logica avrà un Isee inferiore dato un solo reddito e di conseguenza un punteggio superiore finale, ma anche la possibilità per chi è disoccupato di badare al proprio figlio, a differenza di un lavoratore”. Aggiunge Mariana, mamma di una bimba di cinque anni anche lei in lista d’attesa: “I criteri delle graduatorie non sono a favore di una famiglia in cui i genitori lavorano entrambi, tipo la mia – sottolinea -, anzi la discriminano! Ed è esattamente il contrario per cui sono stati pensati i centri estivi, nati per aiutare le famiglie che nel periodo estivo lavorano e non possono contare su altri aiuti. Il Comune ha completamente sbagliato la previsione dei posti disponibili”.

Dal canto suo il Comune aveva spiegato che le percentuali delle iscrizioni di quest’anno non erano prevedibili: “Non abbiamo avuto un aumento demografico di bambini nelle fasce di età ricomprese nei Centri Estivi, mentre è straordinariamente aumentato il numero di iscrizioni per l’edizione 2022”, si giustificava l’assessore Varisco riconoscendo le difficoltà in cui sarebbero incappate centinaia di famiglie: “Ma i numeri hanno una proporzione che oggettivamente non potrà mai consentire di accogliere tutti”, aveva aggiunto, suggerendo di rivolgersi ad altre strutture in città.

Ma i genitori non ci stanno, ricordando che il servizio non è gratuito e che le iscrizioni si sono chiuse il 26 aprile scorso, dando la possibilità al Comune di fare i conti, numeri alla mano, e valutare eventuali soluzioni a sostegno delle famiglie: “Il Comune si è dimostrato ancora una volta non in linea con il benessere dei cittadini, peccando per l’ennesima volta sui servizi offerti – rimarca una mamma -. Con tutte le sedi che sono presenti sul territorio, come sia possibile non prendere in considerazione di aprirne almeno un’altra come è stato fatto negli scorsi anni?”.

La domanda di tante famiglie che si sono rivolta al Comune per avere indicazioni rimane inascoltata: “Gli uffici preposti mi hanno esplicitamente detto di rivolgermi all’oratorio o ai comuni limitrofi”, spiega Mariana che, come tante altre famiglie, dovrà trovare una soluzione alternativa con un esborso economico non indifferente: “Oggi mi trovo a dover cercare una soluzione in fretta e furia per il mese di luglio e purtroppo non posso sperare di trovare qualcosa nei dintorni del mio Comune a un prezzo ragionevole – sottolinea -. Per farle un esempio, 4 settimane a luglio solo di pomeriggio mi costa 320 euro!”. E conclude: “Io per prima dimezzerei la mia richiesta per dare spazio anche ad altri bimbi. Da parte delle famiglie c’è un minimo di flessibilità, ma da parte del Comune restano fermi alle loro graduatorie, lasciando sola e nel caos mezza Paderno”.

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