Mar. 19 Mar. 2024
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Sesto San Giovanni, nuovo Pgt: moschea sì o no?

Sesto San Giovanni – L’approvazione del nuovo Piano di governo del territorio nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale ha riacceso i riflettori sull’annosa questione della moschea di Sesto San Giovanni. Si farà o no? È la grande questione all’ordine del giorno che infiamma il dibattito politico attorno all’argomento.

Il sindaco Di Stefano ieri ha prontamente rassicurato i cittadini sestesi: “A Sesto San Giovanni, con noi, non verrà costruita la moschea – ha sentenziato in una nota -. Lo abbiamo confermato anche nel nuovo Piano di governo del territorio approvato in Consiglio comunale”. E ha aggiunto: “Se la sinistra voleva trasformare Sesto San Giovanni nella Mecca del Nord Italia con la grande moschea da 2.450 metri quadrati, noi pensiamo prima ai sestesi e facciamo valere legalità e trasparenza, due valori che per noi non sono negoziabili”.

La comunità islamica, tuttavia, sul terreno di via Luini vanta ancora il diritto di superficie per 50 anni, frutto di una convenzione siglata con l’amministrazione Oldrini e confermato dalla sentenza del Consiglio di Stato del dicembre 2019, la stessa che però aveva fatto decadere il permesso di costruire, dando inoltre ragione al Comune nel merito dei termini stabiliti per l’avvio dei lavori, così come del pagamento della somma di 320mila euro.

Nel nuovo PGT vengono comunque illustrate le regole inerenti alla realizzazione di nuovi luoghi di culto, proprio in via Luini, che fissano a 10 metri altezza massima degli edifici, senza minareti; aumentano del 200% la dotazione dei parcheggi rispetto alla superficie dell’immobile – 1.400 metri quadrati di parcheggi rispetto al volume complessivo di 700 metri quadrati e considerato che per legge bisogna lasciare libero almeno il 40%, per ottenere il permesso si devono costruire almeno due piani interrati di posteggi -; fissano il volume complessivo a 700 metri quadrati, ovvero massimo 300 persone e vietano spazi per dopo lavoro, biblioteche, commerciali, come invece era previsto nel precedente progetto.

“Con queste linee guida, che rispettano in pieno la legge regionale sulle attrezzature religiose, la grande moschea non vedrà mai luce – sostiene il sindaco -. Ricordo inoltre, soprattutto a chi fa finta di non capire e si diverte a veicolare notizie false e screditanti, che nel dicembre del 2019 il Consiglio di Stato ha confermato la decisione già presa dal Comune, ovvero che nella nostra città non verrà costruita nessuna moschea”.

La sentenza citata dal sindaco tuttavia invitava l’Ente locale a “valutare, e di conseguenza motivare, se gli adempimenti addotti debbano necessariamente comportare la risoluzione, la revoca o la decadenza o se non siano utilizzabili diversi strumenti, meno lesivi della libertà di culto”, questione posta come dirimente essendo prevalente il carattere costituzionale del diritto di culto, connesso con la realizzazione delle strutture necessarie per poterlo praticare. Aggiungendo che “nella vicenda è appunto mancata una visione complessiva – necessariamente espressa e motivata – degli interessi coinvolti”. Un tavolo di confronto con la comunità islamica, richiamato dalla nota dei Giovani Sestesi, per cercare di venire a capo della questione trovando una strada percorribile e condivisa nel rispetto di un diritto riconosciuto.

E proprio i Giovani Sestesi sottolineano: “Il sindaco si affretta a rassicurare il suo elettorato, peccato che il piano delle attrezzature religiose preveda un’unica nuova struttura – scrivono in una nota -: proprio la moschea tanto invisa al sindaco leghista”. E aggiungono: “Con tutti i nuovi incentivi opzionabili, potrà essere ancora più grande del progetto che tanto voleva cancellare. La moschea c’è e ci sarà”. Riferendosi anche a quella già esistente e provvisoria: “Sempre quest’amministrazione aveva annunciato in modo roboante di voler chiudere perché “abusiva” – concludono -. Che il sindaco della Lega non voglia la moschea a Sesto è un conto, ma il PGT che lui e la sua maggioranza hanno approvato ieri dice esattamente l’opposto”.

Di Micol Mulé

 

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