Sab. 20 Apr. 2024
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Il valore dei sensori OEM per il Made in Italy

I prodotti OEM rivestono un ruolo di primo piano per il Made in Italy. Con questa sigla, che è l’acronimo di Original Equipment Manufacturer (espressione in lingua inglese che si può tradurre come “produttore di apparecchiature originali”), si fa riferimento ad apparecchiature destinate a essere installate su prodotti finiti a cui verrà apposto il marchio del costruttore finale. Le aziende OEM sono i fornitori i cui prodotti vengono usati dal costruttore finale, a cui spetta la denominazione di casa madre.

I sensori elettronici OEM

Nel novero delle eccellenze italiane che forniscono sensori elettronici OEM troviamo sicuramente Repcom. Tra questi si segnalano i sensori di ossigeno, i quali possono essere distinti in sensori di ossigeno ottici e sensori di ossigeno all’ossido di zirconio; in tutti e due i casi il loro compito è quello di misurare la concentrazione di ossigeno di una miscela di gas. La miscela di gas, all’interno della cella di misura di un sensore di ossigeno all’ossido di zirconio, viene riscaldata a temperatura molto alte, mentre una membrana di zirconio separa il gas combusto dall’aria ambiente. Gli ioni di ossigeno, in base alla sua pressione parziale, si spostano lungo la membrana; ne deriva quindi una differenza di potenziale elettrico.

I sensori di ossigeno ottici

Il principio dello smorzamento della luce che viene prodotta da un materiale fluorescente eccitato è alla base del funzionamento dei sensori di ossigeno ottici, per mezzo dei quali è possibile misurare la pressione parziale ambientale. Il tempo di emissione della luce è tanto più ridotto quanto più è elevata la quantità di ossigeno nell’ambiente, dal momento che l’energia viene assorbita dall’ossigeno. La luce è misurata dal fotodiodo, che emette un segnale elettrico proporzionale. I costi contenuti e i consumi ridotti sono alcuni dei vantaggi offerti dai sensori di ossigeno ottici, così come le dimensioni modeste, la durata nel tempo e la stabilità.

Le opportunità di applicazione

I sensori OEM si prestano a molteplici applicazioni nel settore industriale, e di conseguenza vanno a rifornire un numero molto elevato di aziende. Per quel che riguarda i sensori di ossigeno, per esempio, si possono menzionare il training di alta quota, la prevenzione degli incendi, il settore agricolo e molte altre applicazioni che comprendono le attrezzature da laboratorio, i concentratori di ossigeno e gli analizzatori di ossigeno. Nel novero dei sensori elettronici OEM più ricorrenti, poi, ci sono i sensori di pressione: quasi sempre si basano su una membrana, caratterizzata da un grado di rigidità più o meno elevato, che subisce una deformazione nel momento in cui viene sottoposta alla pressione; una piezoresistenza, poi, la trasforma in segnale elettrico.

I sensori di pressione atmosferica

Questi componenti elettronici, dunque, hanno il compito di convertire la pressione, che è una grandezza fisica, in un segnale elettrico. La deformazione della membrana è più o meno accentuata a seconda della differenza fra i due valori di pressione da cui le due facce della stessa membrana sono colpite. In particolare, la pressione che deve essere misurata spinge una faccia, mentre sull’altra incide un tipo di pressione variabile. Con un sensore di pressione assoluta, c’è il vuoto; con un sensore di pressione relativa, c’è la pressione atmosferica; con un sensore di pressione differenziale c’è un’altra pressione che, a sua volta, deve essere misurata. Questa è la ragione per la quale i sensori di pressione differenziale sono dotati di due porte per la connessione della pressione, distinguendosi dai sensori di pressione relativa e dai sensori di pressione assoluta che, invece, ne hanno una sola.

I sensori di pressione barometrica

I sensori di pressione atmosferica possono essere compatibili con sostanze aggressive, con liquidi, con gas secchi o con l’aria in funzione delle caratteristiche costruttive del contenitore e della membrana. Non vanno dimenticati, in questa rassegna, i sensori di pressione barometrica, che sono dei tipi specifici di sensori di pressione assoluta: essi permettono di misurare la pressione atmosferica tra gli 800 e i 1100 millibar.

I sensori di anidride carbonica

Tra i sensori OEM ci sono, infine, i sensori di anidride carbonica, grazie a cui è possibile misurare la concentrazione di questa sostanza nelle miscele di gas o direttamente nell’ambiente. Per capire il loro funzionamento è necessario sapere che le sorgenti a infrarossi producono un fascio che percorre la miscela oggetto di misurazione; la presenza di anidride carbonica riduce il fascio a specifiche frequenze per effetto della concentrazione del gas. I sensori di anidride carbonica possono essere usati per produrre trasmettitori che si adoperano per controllare che negli ambienti la quantità di anidride carbonica non sia dannosa per le persone, ma anche per ottimizzare la ventilazione nei locali indoor. Questi sensori, inoltre, sono installati su dispositivi che servono a regolare la quantità di anidride carbonica all’interno delle serre, in modo tale che possa essere favorito uno sviluppo adeguato delle piante che vengono coltivate.

 

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