Gio. 18 Apr. 2024
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Nord Milano, i Sindaci sul decreto del Governo: è l’ennesima presa in giro

[textmarker color=”E63631″] NORD MILANO -[/textmarker] È una sonora bocciatura quella che arriva dalle voci degli Amministratori dei Comuni più popolosi del Nord Milano in merito all’ultimo decreto emanato dal premier Conte il 28 marzo. 4,3 miliardi di euro del Fondo di Solidarietà anticipati ai Comuni, cui si aggiungono 400 milioni di euro attraverso un’ordinanza della Protezione Civile il cui utilizzo è vincolato all’acquisto di generi alimentari per chi è in situazione di bisogno.

Misure che suonano come “l’ennesima presa in giro” da parte del Governo nei confronti delle amministrazioni locali impegnate in prima linea nell’emergenza sanitaria. Roberto Di Stefano, primo cittadino di Sesto San Giovanni, non usa mezze misure per commentare l’ultimo provvedimento del Governo: “I sestesi devono sapere che i 4,3 miliardi annunciati dal premier Conte non sono soldi che lo Stato dà ai Comuni – spiega – ma sono l’anticipo di quello che lo Stato deve già ai Comuni per il Fondo di Solidarietà comunale: ci stanno facendo l’elemosina con i nostri soldi!” e aggiunge: “Se noi usassimo queste risorse per affrontare l’emergenza coronavirus, le toglieremmo a servizi per cui abbiamo già impegnato fondi e non potremmo più garantire sostegno alle disabilità, ai minori che ci vengono assegnati dai tribunali e agli anziani non autosufficienti”.

Il decreto infatti non stanzia niente di aggiuntivo agli enti locali, si tratta semplicemente di un’anticipazione di 30 giorni rispetto alla normale scadenza della prima rata che il Ministero dell’Interno deve corrispondere ai Comuni per il Fondo di Solidarietà. Lo spiega bene anche il Sindaco di Cinisello Balsamo, Giacomo Ghilardi, che chiede al Governo strumenti e risorse, oltre ai compiti: “Solo per chiarire – esordisce – i 4.3 mld annunciati sono soldi del Fondo di Solidarietà comunale, strumento attraverso il quale lo Stato centrale realizza un prelievo di risorse (standard) di gettito Imu per effettuare una redistribuzione attraverso un meccanismo perequativo”. Tradotto significa che i soldi dati allo Stato attraverso le tasse dei cittadini vengono poi dal medesimo ridistribuite sul territorio. “Il 66% di questi fondi, già dovuti e già presenti nei bilanci – precisa Ghilardi – ci verranno liquidati 30 giorni prima rispetto alla scadenza”.

Angelo Rocchi, sindaco di Cologno Monzese, parla di “vergogna”: “Come sempre questo Governo, anche in piena fase di emergenza, scarica i problemi sui Comuni – dice – Inoltre l’anticipo sul fondo di solidarietà comunale rispetto a quanto programmato, non cambia nulla a un Comune virtuoso come il nostro. La manovra dell’anticipo è fatta chiaramente per aiutare esclusivamente i Comuni in dissesto”.

Nemmeno i 400milioni di euro stanziati con l’ordinanza della Protezione Civile, da ripartire sugli 8mila Comuni italiani sotto forma di buoni spesa, sono esonerati da critiche: “Mi sono confrontato con i Sindaci del Nord Milano – afferma Roberto Di Stefano – e ci chiediamo: come verranno ripartiti questi soldi? Come al solito il premier Conte ha fatto il tradizionale annuncio in tv senza entrare nel merito della questione e soprattutto senza dare indicazioni chiare ai sindaci e ai cittadini”. Gli fa eco Ghilardi: “Non si sa ancora in che misura arriveranno ai Comuni, con che criteri e in che modalità potranno essere spesi”.

Una misura che si dimostra lontana dalle reali esigenze del territorio, secondo Angelo Rocchi: “Il Governo non tiene neppure in considerazione l’incidenza dei contagi ma valuta solo parametri, come il numero dei residenti, che in questo momento non rappresentano minimamente il bisogno sociale che stiamo vivendo – spiega il primo cittadino di Cologno Monzese – Oltretutto ha scaricato sui Comuni l’onere di individuare le famiglie destinatarie dei contributi, in un momento in cui sono attivi solo gli uffici comunali essenziali e i dipendenti sono sotto pressione per far fronte all’emergenza”.

Ai Comuni del Nord Milano arriveranno in totale 1.700.958,11 euro, calcolati sulla base del numero di abitanti. L’equivalente di briciole. Perché, se è pur vero che non andranno ripartiti sul totale della popolazione ma destinati alle situazioni più provate dall’emergenza, sempre briciole restano. Ai Comuni cominciano anche ad arrivare le prime richieste dei cittadini, e si trovano in difficoltà quanto alle risposte: “Non siamo stati informati di nulla – denuncia Angelo Rocchi – ma siamo già sommersi da tante domande che arrivano dal territorio, senza ovviamente poter dare una risposta”.

Il premier Conte li chiama “sentinelle”, ma “noi Sindaci siamo molto di più, siamo in campo in prima linea”, risponde Ghilardi. In prima linea a scontrarsi con la realtà.

 

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