Mer. 24 Apr. 2024
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Cori razzisti contro Marega: il calcio deve fare di più?

[textmarker color=”E63631″] SPORT E SOCIETA’ -[/textmarker] Ennesimo caso di razzismo nel calcio, questa volta nella Liga portoghese. L’ultimo di una serie di vergognosi episodi, che non deve essere sottovalutato.

Un altro grave episodio di razzismo nel calcio, questa volta in Portogallo. Lo scorso 16 febbraio, durante il match di campionato Vitória Guimarães contro FC Porto, il centravanti maliano della squadra ospite Moussa Marega è stato preso di mira da intollerabili ululati e cori razzisti provenienti dai tifosi di casa.

Il ventottenne attaccante del Porto è stato oltraggiato sin dal warm-up prepartita da insulti che avevano come bersaglio il colore della sua pelle. Ma la situazione è precipitata quando il giocatore ha segnato il gol del 2-1, che ha sostanzialmente decretato la vittoria della squadra allenata da Sergio Conceiçao

Il gol e la reazione

L’arbitro Luis Miguel Branco Godinho, reo di non aver preso in mano da subito una situazione che stava evidentemente degenerando, ha ammonito Marega per aver reagito rabbiosamente scagliando un seggiolino piovuto dagli spalti, dopo aver esultato indicando il colore della pelle del braccio. Il nazionale maliano ha così reagito abbandonando il terreno di gioco (qui è disponibile il video dell’episodio), esprimendo tutto il suo disappunto con il segno del pollice verso rivolto verso la folla.

A nulla sono serviti i tentativi dei compagni e dell’allenatore, che per diversi minuti hanno cercato di trattenerlo mentre si avviava verso gli spogliatoi.

Il tecnico Conceiçao, che si è visto costretto a impiegare una sostituzione, a fine partita ha definito “oltraggioso” quanto successo. Marega ha invece commentato l’episodio dal suo profilo Instagram ufficiale, sfogandosi con una dura invettiva rivolta non solo agli autori dei cori razzisti, ma anche all’arbitro che ha scelto di punirlo, anziché di difenderlo.

L’ultimo episodio di una lunga serie

 Si può dire che l’ennesimo episodio di razzismo nel calcio accaduto nella Primeira Liga segni in qualche modo una linea di demarcazione.

sottovalutati e restare impuniti. Il calcio, e lo sport in generale, devono arrivare a essere un esempio di inclusione e rispetto reciproco, specialmente per i giovani e le nuove generazioni.

Marega è stato infatti il primo giocatore di una massima serie ad abbandonare deliberatamente il campo in reazione a una serie di ululati e di canti razzisti divenuti insostenibili. Ma il suo è solo l’ultimo di una lunga serie di oltraggiosi incidenti legati ad attacchi xenofobi nel calcio europeo. Il report 2018/19 pubblicato da Kick It Out, piattaforma inglese che raccoglie segnalazioni in merito a casi di razzismo nel calcio, evidenzia con preoccupazione come in Gran Bretagna gli episodi di discriminazione siano aumentati del 43% rispetto al biennio precedente.

Monitorando i social network durante il Campionato Europeo di calcio 2016, gli analisti hanno inoltre contato circa 22mila post discriminatori all’indirizzo di calciatori e squadre che partecipavano alla competizione. E la situazione, in Italia, non è di certo migliore.

Il razzismo nella Serie A

 C’è chi penserà che non ci sia poi granché da stupirsi, in una Lega, quella della Serie A, che come campagna antirazzismo ha presentato nientemeno che un’opera di Simone Fugazzotto raffigurante tre scimmie.

 «È una maleducazione ed è una cosa che non mi so spiegare, mi rendo conto che in Italia la gente va allo stadio anche a sfogarsi. Però io dico che non abbiamo una legislazione che sia seria e con leggi che possano invertire la rotta e dare il giusto castigo a chi compie danni e porta messaggi di questo genere».

Aldo Serena, ex centravanti di Inter, Milan e Juventus, è intervenuto così ai microfoni di Gambling.com Italia a proposito dei casi di razzismo che continuano a dilagare all’interno degli stadi italiani.

«Penso che noi qui siamo troppo tolleranti. Dovremmo essere tutti indignati in maniera forte», ha proseguito il campione di Montebelluna riferendosi ai troppo deboli sforzi delle autorità calcistiche per contenere i fenomeni di violenza, discriminazione e xenofobia.

Insulti razzisti nel calcio: le possibili sanzioni

 Quella di Aldo Serena, e cioè che norme disciplinari e multe severe debbano essere comminate, e non solo in occasione di episodi eclatanti, è opinione ormai sempre più comune e condivisa.

Si pensi che, recentemente, il giudice sportivo non ha ritenuto punibili i buu razzisti diretti a Lukaku prima del rigore calciato alla Sardegna Arena, perché non propriamente percepibili.

Il ministro delle Politiche giovanili e dello Sport, Vincenzo Spadafora ha riconosciuto che nuove sanzioni sono necessarie per arginare un fenomeno increscioso ma sottovalutato negli anni.

A livello internazionale, la Fifa ha inasprito gli interventi disciplinari con un minimo di 10 giornate di squalifica per calciatori ritenuti colpevoli di atteggiamenti razzisti, e con la sconfitta immediata delle squadre i cui tifosi venissero ritenuti responsabili di comportamenti discriminatori nei confronti di religione, origine geografica, identità sessuale, colore della pelle e idee politiche. Nessun provvedimento estremo, tuttavia, è mai stato per ora applicato.

Se si vuole dare definitivamente un calcio al razzismo, è chiaro che sia quindi necessario un maggiore e più completo coinvolgimento delle autorità, dei responsabili del mantenimento dell’ordine pubblico e degli arbitri. Fatti vergognosi come quelli a cui si è assistito di recente non possono essere

 

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