Sab. 20 Apr. 2024
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Cinisello Balsamo, quando la sospensione dalla scuola apre a uno sguardo diverso sulla realtà

[textmarker color=”E63631″] CINISELLO BALSAMO -[/textmarker]A volte succede che quella che avrebbe dovuto essere una sanzione disciplinare, si riveli un’esperienza densa di significato che toglie il velo a montagne di pregiudizi e apre uno sguardo diverso sulla realtà.

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di S. C., uno studente del quarto anno dell’Itis – Lsa Cartesio di Cinisello Balsamo, dopo la sua esperienza in Anffas Nordmilano a seguito di una sospensione per motivi disciplinari.

“La scuola, per motivi disciplinari per me incomprensibili, mi ha mandato per due mattinate all’Associazione Anffas Nordmilano che si occupa di persone disabili dai 18 anni in poi.

Non pensavo che avrei mai avuto un’opportunità simile, e ne parlo come fosse oro, perché stare con persone che molti ritengono ‘sfortunate’ mi ha fatto capire che le persone giudicano sempre senza conoscere, e sono sempre di meno le persone altruiste e disposte ad aiutare chi ha bisogno.

Queste due mattinate dovrebbero essere la conseguenza di un errore disciplinare, quindi una sottospecie di sanzione, eppure fatico a vederla come tale. Sfiderei chiunque ad alzarsi la mattina e trovare persone disponibili, ragazzi che ridono e che raccontano di loro, che ti apprezzano sempre e comunque, ti ammirano, anche quando a volte nemmeno tu ti ammiri. Non riesco a vederla come punizione, sembra quasi un premio, un’esperienza, che anche se breve, ha una sottile filosofia che tratta di un argomento molto importante. Dico ciò perché, cosi come oggi esistono ancora i razzisti, gli xenofobi ecc., esistono anche molte persone che sono quasi infastidite dai ragazzi disabili, altri che li deridono.

Ritengo che questo sia una grande vergogna per il genere umano. Chiunque abbia questo tipo di pregiudizi e un comportamento inaccettabile (ovvero coloro che si divertono a prendere in giro persone indifese), dovrebbe venire in questa associazione o comunque in un luogo come l’Anffas, per capire che aiutare, a volte, vuol dire anche aiutare se stessi.

I ragazzi mi hanno accolto con grande rispetto ed enfasi, e hanno continuato così per tutto il tempo della mia permanenza qui. Ho conosciuto alcuni di loro in modo più specifico e ho capito che molti hanno anche abilità molto particolari. Detto ciò penso che sia stata un’esperienza bella e soprattutto utile”.

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