Ven. 20 Set. 2024
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Cormano, problemi con la Tari: cartelle pazze a Brusuglio

[textmarker color=”E63631″]CORMANO[/textmarker] – Un nuovo caso di “cartelle pazze” nel Nordmilano, questa volta a Cormano. A segnalarlo è Brusuglio Viva, associazione di quartiere, che in una mail inviata alla nostra redazione mette in evidenza come non si sia risolto il problema dei solleciti di pagamento per la Tari inviati a cittadini del tutto in regola con il versamento del tributo.

Ecco la lettera di Brusuglio Viva:

In questi giorni decine di cormanesi stanno ricevendo richieste di pagamenti per la Tari relativa all’anno 2013, pagamenti regolarmente effettuati a tempo debito come dimostrato dalle ricevute in possesso dei contribuenti. I social cominciano a ribollire, con una serie di segnalazioni e di persone del tutto in regola che si accodano nel dichiarare di aver ricevuto richiesta di pagamento non dovuta.

Il problema però è annoso, e già nel 2014 una raccolta firme promossa dal Comitato di Quartiere Brusuglio ViVa e sottoscritta da centinaia di residenti segnalava il problema (del tutto analogo: richieste non dovute giunte al limite del periodo di prescrizione per versamenti di cinque anni prima, tra l’altro inviate nel periodo natalizio con molte persone lontane da casa per le festività) ma non aveva sortito risultati: il colloquio con sindaco e dirigente dell’area finanziaria avevano prodotto solo molte giustificazioni e una serie di scarichi di responsabilità su altri soggetti (le poste, le banche, i cittadini stessi) per la mancata corrispondenza tra documenti contabili e versamenti effettivi.
Negli anni successivi la situazione sembrava – se non risolta – quantomeno migliorata.
Tuttavia la cronaca di questi giorni ci dice che non è così: nel frattempo la riscossione dei crediti è stata affidata ad un ente esterno al comune, ma i problemi non sono scomparsi.

Atti inviati a cittadini in regola, che devono affannarsi a ricercare i documenti e che magari – soprattutto tra le fasce più deboli della popolazione – subiscono gravi disagi: pensiamo all’ansia che potrebbe assalire un cittadino magari anziano che si vede recapitare un avviso di atto giudiziario da andare a ritirare! Per non parlare della difficoltà di recarsi appunto a ritirare l’atto, o ancora il tempo e la difficoltà per raggiungere gli uffici comunali e produrre una documentazione che gli uffici stessi dovrebbero – devono! – avere. E poi i costi: l’invio delle raccomandate, il personale che scrive, imbusta e spedisce richieste non dovute, le mezze giornate di permesso che il contribuente deve prendere al lavoro per recarsi negli uffici, le fotocopie da produrre per dimostrare di essere in regola. Costi economici, costi sociali.

Ma soprattutto: come può un comune gestire un bilancio in cui – a cinque anni di distanza, proprio il limite del periodo di prescrizione – ancora non riesce a sapere quanto ha incassato e da chi?

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