Mer. 09 Ott. 2024
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Sesto, asili nido: la giunta apre agli operatori privati

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – “I nidi comunali non coprono tutta la domanda e sono finanziariamente impegnativi. Mantenere la qualità del pubblico è possibile, a patto però che si tengano sotto controllo i costi e si permetta di azzerare le liste d’attesa. Come? Aprendo alla collaborazione col territorio: i migliori servizi per l’infanzia d’Italia, infatti, sono sia asili comunali sia privati”. Lo ha detto ieri l’assessore ai Servizi per l’infanzia del Comune di Sesto San Giovanni, Angela Tittaferrante.

In un periodo di fortissime critiche contro la giunta per le politiche sugli asili nido, l’assessore rompe il silenzio e svela le carte su come l’amministrazione intende ridisegnare l’offerta dei servizi comunali. Esternalizzazione no, apertura agli operatori privati sì: “Qualsiasi mamma vuole che il proprio bambino, per la sua crescita, sia inserito in una struttura di qualità a costi ragionevoli. Per realizzare questo obiettivo non è nostra intenzione esternalizzare i nidi comunali, ma aumentare l’offerta in città. Lo abbiamo dichiarato più volte e nei diversi incontri con i genitori e i delegati sindacali. Dobbiamo garantire un futuro al servizio pubblico senza tagli di posti del personale e contemporaneamente azzerare le liste di attesa, aprendo nuove opportunità di collaborazione col territorio. La qualità non è prerogativa di pubblico o privato, ma delle strutture e delle persone competenti, sensibili e professionali”.

L’assessore Tittaferrante è tornata anche a criticare l’operato della vecchia giunta: “Esiste un problema di bilancio ereditato dalle precedenti amministrazioni: i nidi comunali oggi costano oltre 5 milioni di euro, a fronte di un’entrata di 1,2 milioni di euro provenienti dalle rette e un contributo regionale di 149.752 euro. La copertura economica da parte di chi usufruisce del servizio è del 23.76 per cento. Ogni bambino iscritto e frequentante i nidi costa alla collettività 11.990 euro l’anno. A fronte di queste cifre, non sono state eliminate le liste di attesa: non tutti i bambini, perciò, possono frequentare i nidi. Le esigenze dei cittadini le conosciamo sono loro i primi a chiederci un controllo di gestione rigoroso per migliorare le condizioni di efficienza di tutta la pubblica amministrazione, nidi compresi”.

E’ necessaria, dunque, una verifica perché si mantenga l’attuale offerta pubblica di posti nei nidi, per assorbire la lista di attesa, per mantenere il personale dipendente in organico a garanzia del funzionamento delle strutture. “Tutto ciò però non basta, dobbiamo anche mantenere la qualità sulla base dei criteri di accreditamento regionali, che permettono a numerose famiglie di accedere gratuitamente al servizio nidi”.

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