[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Botta e risposta tra l’assessore Magro di Sesto San Giovanni e la Cgil. Il tema dello scontro sono gli stranieri, o meglio, un servizio dedicato agli stranieri su cui la nuova giunta ha deciso di non puntare più: nello specifico si tratta di uno sportello di assistenza agli stranieri per la compilazione online di alcuni moduli.
“Una decisione incomprensibile, se non dovuta alla volontà politica di costringere i cittadini stranieri nell’illegalità pur avendo i requisiti di ottenere il permesso di soggiorno. I processi di regolarizzazione non solo sono un diritto ma permettono di far uscire dall’illegalità quelle persone che cercano di costruire il proprio futuro nel nostro Paese”, si legge in una nota della Cgil. Con la promessa di continuare a “mantenere i propri servizi per stranieri sul territorio e operare con tutte le realtà disponibili per ottenere politiche di accoglienza ed integrazione, anche attraverso quelle modifiche legislative tese a favorire percorsi di inclusione del fenomeno migratorio togliendolo dalla palude dell’irregolarità e del lavoro nero”.
Alla denuncia della Camera del Lavoro ha risposto l’assessore Alessandra Magro, che ha la delega ai Servizi demografici: “Ritengo totalmente infondata e assolutamente strumentale la polemica. E’ stato deciso, per far fronte alle necessità dei servizi demografici, di interrompere l’attività di consulenza, nata da una collaborazione facoltativa con Anci, per la compilazione dei permessi di soggiorno online. Non ci sono assolutamente motivazioni politiche dietro questa scelta ma l’esigenza di riorganizzare l’Anagrafe al seguito di alcune emergenze sul personale legate all’avvio della carta d’identità elettronica, al collegato servizio di consegna della carta in Comune, ad alcune competenze trasferite dalla Prefettura al Comune e a un innalzamento consistente di pratiche di separazioni e divorzi. Ribadisco dunque che è solo un’ottimizzazione delle risorse interne. Il Comune, inoltre, non rilascia i permessi di soggiorno e questo servizio di consulenza non è istituzionale n[ obbligatorio tanto è vero che in molti Comuni gli stranieri si rivolgono direttamente a caf e patronati”.
Nel dibattito si è inserita anche la Cisl: “Ci sembra una scelta miope e ideologica. Troviamo sbagliato che l’amministrazione comunale non si prenda direttamente cura di una parte significativa dei suoi cittadini, scaricando il compito sulle associazioni e le organizzazioni che danno assistenza sul territorio. Chiediamo un incontro al sindaco e lo invitiamo a tornare sulle sue decisioni”.