Sab. 14 Dic. 2024
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Su un ponteggio del Tribunale di Milano, minacciava di buttarsi un 30enne di Cinisello

[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO[/textmarker] – E’ rimasto appeso a un ponteggio montato all’esterno del Tribunale di Milano per quasi 3 ore e ha più minacciato di volersi buttare nel vuoto. Ma alla fine è stato messo in salvo prima di essere portato via da una autoambulanza. Il protagonista della vicenda è un uomo di 30 anni di Cinisello Balsamo il quale ieri ha movimentato il pomeriggio milanese, salendo a mani nude, incurante anche del freddo, su un’impalcatura esterna del Palazzo di Giustizia di Milano.

“Sono 12 anni che la giustizia se la prende con me e non mi lascia in pace”, ha gridato più volte l’uomo, D. F., costringendo forze dell’ordine ed inquirenti a lunghe trattative per farlo desistere dal suo gesto. Fino a che a parlare con lui non si è presentato, come richiesto dal giovane, anche l’ex pm del pool Mani Pulite Gherardo Colombo ed è stato tratto in salvo. “E’ lui l’unico di cui mi fido”, ha ripetuto più volte il trentenne cinisellese, e alla fine si è presentato proprio Colombo.

Determinante, oltre al lavoro dei carabinieri arrivati subito sul posto assieme ai vigili del fuoco, è stato anche l’intervento del pm Alberto Nobili, coordinatore del pool antiterrorismo e delle inchieste sugli omicidi, che dopo essersi affacciato, così come Colombo, da una base più in alto del ponteggio e aver rassicurato a lungo il 30enne, è riuscito a convincerlo e ad allungargli un mano. Lo ha poi abbrancato e lo ha portato dentro il Palazzo, attraverso una finestra.

Si è scoperto, in seguito, dopo le verifiche degli investigatori coordinati dal pm di turno Mauro Clerici (anche lui ha dialogato con l’uomo che inizialmente intimava a tutti “andatevene via o mi lancio”), che il giovane in realtà è incensurato, ha problemi di depressione e soffre, in sostanza, di manie di persecuzione. Pare, infatti, che prima di salire, verso le 14.45, sull’impalcatura sul lato di via Freguglia del Tribunale (dopo aver saltato un cancello e tagliato una rete), fosse convinto di essere braccato da carabinieri e magistrati. Dopo una prima fase in cui si è rifiutato di parlare con gli operatori che cercavano di portarlo in salvo e mentre i vigili del fuoco avevano già gonfiato due grandi materassi per attutire l’eventuale caduta, il giovane ha chiesto a carabinieri e magistrati in prima battuta di parlare con una certa persona (gli inquirenti non hanno capito chi fosse) e poi di poter scambiare due parole con Colombo, ex magistrato che ora presiede il Comitato per la legalità, la trasparenza e l’efficienza amministrativa del Comune di Milano. Il quale doveva partecipare a un convegno ma ha deciso di presentarsi in Tribunale per dare una mano a risolvere la situazione.

In linea teorica Daniele F., poi portato via da un’ambulanza, potrebbe ora rischiare anche un procedimento penale a suo carico per il gesto compiuto, anche se gli inquirenti dovranno valutare prima di tutto la sua condizione psichica.

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