[textmarker color=”E63631″]NORDMILANO[/textmarker] – Il sindaco di Cologno Monzese non firma il documento scaturito dalla riunione con i sindaci soci del CoRe, l’azienda pubblica che gestisce il forno inceneritore di Sesto San Giovanni.
L’incontro doveva servire a delineare una strategia di uscita, ossia un percorso per arrivare alla chiusura del forno per avviare una nuova fase. Il Sindaco di Cologno Monzese ha dichiarato e fatto registrare le proprie riserve non sottoscrivendo il documento scaturito dalla riunione. Ma poi a sorpresa ha espresso le sue perplessità affermando di essere a favore della chiusura.
“Bisogna riconoscere, con onestà intellettuale, che il ruolo del CORE va ripensato. Sul piatto della bilancia ci sono una situazione debitoria preoccupante, una discutibile utilità del Consorzio, almeno nei termini nei quali ad oggi la S.p.A. funziona e, nello specifico di Cologno Monzese, un impatto ambientale non lieve che non viene per nulla compensato. Non si possono poi ignorare necessità del territorio decisamente mutate e la progressiva dismissione del termovalorizzatore – dice Rocchi – Date queste premesse, mi appare necessario e doveroso, a questo punto, richiamare alla dirigenza della Società la necessità di conoscere, tramite la presentazione in tempi ridotti di un verosimile piano industriale di prospettiva, le intenzioni future dell’azienda, per potere basare su questi oggettivi elementi la mia valutazione della validità del rapporto che per il momento vede Cologno Monzese partner della S.p.A. di via Manin”.
Sorprendete la conclusione che riprende le parole pronunciate dal sindaco di Sesto Monica Chittò appena qualche giorno fa: “Va da sé che la proposta industriale che mi aspetto dovrà necessariamente essere basata su considerazioni di sostenibilità economica, e contenere garanzie rispetto alle tematiche ambientali, ed alla tenuta occupazionale, oltre che validi scenari economici”.
Tutto questo rende incomprensibile la posizione di Rocchi se non nella volontà di smarcarsi politicamente dai sindaci del centrosinistra che sono a loro volta soci del CoRe.
Non a caso conclude il suo comunicato con queste parole: “In attesa di questi elementi il sindaco già sondato con esito favorevole la disponibilità dell’Assessorato regionale all’Ambiente a fornire il supporto che dovesse rendersi necessario in caso di dismissione degli impianti di CORE”.
La vicenda a questo punto è incomprensibile, ma soprattutto, per questioni di lana caprina, rischia di ritardare la fine di una realtà che non ha più alcun senso.