Lun. 29 Apr. 2024
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Barriere architettoniche, i casi che imbarazzano Sesto

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Si pensa sempre alle barriere architettoniche come a un residuato di un’epoca antica. Marciapiedi senza scivoli, palazzi pubblici accessibili solo attraverso le scale ecc.. Ma in realtà le barriere per la mobilità dei disabili sono molto più nascoste e insidiose.

Se ne stanno rendendo conto in questi giorni gli amministratori comunali di Sesto San Giovanni alle prese con diversi casi che fanno scuola.

Proprio il Comune di Sesto, nelle scorse settimane aveva lanciato una grande campagna per l’abbattimento di tutte le barriere architettoniche stanziando in prima battuta 250.000 euro per eseguire i primi lavori.

Come si dice, si pensa al tronco ma non alla pagliuzza… si scopre che il Comune esegue (se pur con ditte esterne) i lavori per un nuovo viaggetto nel giardino pubblico di via 24 Maggio e dimentica di realizzare gli scivoli per i disabili, lasciando il buon vecchio gradino che è simbolo di disattenzione verso chi ha mobilità ridotta.

Suona vergognosa la vicenda di viale Matteotti, dove da mesi i genitori di una bambina con disabilità segnalavano la presenza di buche sul tragitto che la bimba deve compiere per raggiungere la scuola in sedia a rotelle.

Le loro richieste non sono state nemmeno ascoltate, fino a quando la vicenda non è diventata di dominio pubblico. La soluzione è stata un rattoppo che è quasi peggiore delle buche pre esistenti.

L’assessore Mauro Bernardi, responsabile della partita, è finito subito al centro delle polemiche. Certamente non è stato lui a mettere il bitume sulle buche in modo così poco consono. Ma a questo punto chi deve pagare per errori che non sono marginali. Certamente, a un anno dalle elezioni, pagheranno i partiti che governano la città che in queste due occasioni stanno dimostrando la poca attenzione verso temi socialmente delicati. Quanto meno pagheranno perché non sono in grado di garantire che gli uffici comunali lavorino con una qualità sufficiente degli interventi. Possibile che nessuno abbia verificato che queste opere banali venissero realizzate seguendo criteri di accessibilità per tutti.

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