Gio. 25 Apr. 2024
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Cinisellese fermato a Desenzano: in auto aveva gli orologi rubati dalla Villa degli Agnelli

[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO[/textmarker] – Quarantadue anni, originario del Kosovo, pregiudicato, domiciliato a Cinisello Balsamo: secondo gli inquirenti è il responsabile del furto nella Villa di Allegra Agnelli, all’interno della tenuta de La Mandria a pochi chilometri da Torino.

L’uomo è stato fermato l’altra sera da carabinieri a Desenzano del Garda: in macchina gli sono stati trovati circa 15 orologi rubati del valore complessivo di oltre 200mila euro su uno dei quali ci sarebbe anche inciso il nome “Umberto Agnelli”, marito della signora Allegra e padre di Andrea, attuale presidente della Juventus.

La notizia è riportata sul quotidiano La Stampa. “Che siano quelli trafugati dall’abitazione di Donna Allegra non ci sono dubbi”, spiega al quotidiano torinese l’avvocato Luigi Chiappero, legale della famiglia Agnelli. Secondo quanto si legge ancora sul giornale, l’uomo avrebbe così replicato: “Me li hanno dati, non sono miei, non so da dove arrivino”.

L’arresto del cinisellese avrebbe fatto ripartire le indagini. “Dopo l’arresto sarebbe stata effettuata anche una serie di perquisizioni nell’area del milanese a casa di ‘amici’ della persona fermata a Desenzano sul Garda. Blitz che avrebbero portato al rinvenimento e al sequestro di altre collane e altri braccialetti, monete d’oro celebrative. Secondo gli investigatori anche questi monili potrebbero appartenere ad Allegra Agnelli. Oppure sarebbero il bottino di diverse razzie avvenute, nei mesi scorsi, ai danni di famiglie facoltose del Piemonte e della Lombardia. Al momento, però, non arrivano conferme dalla Procura. Quello che adesso stanno cercando di capire gli inquirenti è il ruolo del 42enne, che potrebbe già essere interrogato oggi dai magistrati. Se è solo un semplice ricettatore con il compito di vendere la refurtiva. O se fa parte della banda di balordi che è entrata in azione la notte di Pasqua, eludendo tutti i controlli nella tenuta de La Mandria”, riporta ancora La Stampa.

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