[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Scende in campo anche la politica nella vicenda del Palazzo Alitalia occupato da ormai diverso tempo: si va infatti nella direzioni di affrontare i casi di emergenza. Si va, dunque, verso lo sgombero dello stabile.
La prima reazione è stata quella degli occupanti stessi, che hanno voluto sottolineare come alle famiglie, 200 persone in totale, serva una casa. Ad occupare lo stabile, due anni e mezzo fa circa, furono il sindacato Unione inquilini, il gruppo Clochard alla riscossa e il comitato per il diritto alla casa di Milano: i controlli della Polizia sono stati fortemente aumentati negli ultimi giorni. A raccontarlo sono gli occupanti stessi: “Li abbiamo fatti entrare, anche se ci sono famiglie spaventate, perché non abbiamo nulla da nascondere. Quello che chiediamo è aprire una discussione seria perché questa esperienza deve essere salvaguardata, noi diamo risposte alle famiglie che hanno bisogno e per cui le istituzioni non fanno nulla“.
La presa di posizione del Comune di Milano arriva direttamente dalle parole dell’assessore Marco Granelli a Repubblica: “Lo sgombero lo farà il prefetto quando deciderà, ma al tavolo del comitato provinciale per la sicurezza stiamo discutendo di come gestire le situazioni di emergenza“. Non solo Sesto San Giovanni, dunque, ma anche Milano coinvolta. Il candidato alle primarie del Partito Democratico Pierfrancesco Majorino ha annunciato che visiterà l’edificio occupato: “Sono contrariatissimo a questo sgombero. Buttarli per strada sarebbe un errore clamoroso, l’ho già detto al prefetto“.
Non sono in programma prove di forza con gli occupanti: la decisione finale, come sempre in questi casi, spetterà al prefetto. L’alternativa, infatti, sarebbe la costituzione di una associazione che gestisca lo stabile dismesso. Una soluzione, se accolta dal prefetto, che troverebbe d’accordo l’Unione inquilini, che nelle parole di Bruno Cattoli ha così descritto questa esperienza sociale: “I comuni pagano 5 euro al giorno per una branda, 30 per i profughi. Questo posto in abbandono è stato rivitalizzato e sottratto al degrado. Ora tutto rischia di svanire“. Il tavolo di dialogo è aperto, aspettando una decisione definitiva.