[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO[/textmarker] – Hic Et Food quest’oggi si impreziosisce con una nuova ricetta di uno di voi lettori, in particolare di un genovese trapiantato nel milanese, ma solo dal lunedì al venerdì. Oggi conosciamo Claudio, un ragazzo che a suon di Empanadas ci porta i sapori della sua terra ligure e ci spiega il perchè della sua cucina.
Claudio, parlaci un po’ di te, ma soprattutto dicci perché ti piace cucinare.
Mi chiamo Claudio, ho 36 anni e belin, sun de Zena (ovvero sono genovese). Convivo con la mia compagna vicino Milano e lavoro in provincia di Lecco. A dire il vero faccio il “trasfertista della domenica”, quindi nel fine settimana torno nella mia riviera. Amo la cucina un po’ per tradizione familiare (mio padre prima di me cucinava, mia sorella aveva una pasticceria), ma soprattutto perchè mi permette di liberarmi completamente dal lavoro e da qualunque altro pensiero che non sia la realizzazione della ricetta e del piatto che sto preparando. Ho scoperto anni fa che a parte suonare (altra grande passione), cucinare è la sola cosa che mi permette davvero di staccare completamente la testa dal mio lavoro e dagli impegni quotidiani.
Perchè, secondo te, è importante che la gente non mangi e basta ma che assapori e gusti quel che mette sotto i denti?
Un tempo mangiare era un rito. I nostri nonni e i loro genitori ancora prima cucinavano per mangiare tutti insieme, per festeggiare, per vivere momenti felici insieme. Negli anni il cibo è diventato sempre più un qualcosa di “veloce”, di rapido. Si è perso il piacere del mangiare con calma, dell’assaporare i cibi, del godere di ogni sfumatura. Ormai si cerca di mangiare il più in fretta possibile per tornare ai nostri impegni. Ecco, io trovo fondamentale ritrovare quei momenti di pausa. Preparare con cura un piatto, presentarlo agli amici e ai familiari, gustarlo con calma assaporandone ogni colore, ogni aroma, ogni dettaglio. Questo per me è mangiare. Ritrovare un legame con le persone, con gli amici, con la propria vita. Riscoprire la cultura e la storia che stanno dietro ad ogni piatto, ad ogni ingrediente. Per questo dal mio punto di vista è fondamentale riscoprire la vera cucina e tutto quello che si porta dietro.
E’ proprio vero, ma oggi quale ricetta ci proponi?
Ho viaggiato quasi dodici anni in giro per il mondo per via del mio lavoro e mi sono portato a casa un bagaglio enorme sia dal punto di vista umano che da quello culinario….mi piace reinterpretare le ricette straniere in chiave…genovese! Eccovi le “Empanadas alla pescatora“, un piatto tipico del sud America rivisto in chiave ligure!
Ingredienti per la pasta:
– 400gr farina 00
– 170gr acqua
– 50gr burro
Per il ripieno:
– Una manciata di ciuffetti di moscarini
– Gamberetti freschi
– Un trancio di tonno rosso
– Un peperone rosso
– Prezzemolo
– Aglio
– Peperoncino rosso fresco
– Mezzo bicchiere di vino bianco (consigliato un Vermentino)
– Olio extravergine d’oliva
– Un uovo
Per il pesto “apocrifo”
– Basilico
– Olio
– Pinoli
– aglio
Procedimento
Preparate una pasta con la farina, l’acqua, un pizzico di sale e infine il burro ammorbidito. Formate una palla, fasciatela nella pellicola e mettetela in frigo a riposare per un paio d’ore. Nel frattempo prendete tutto il pesce, tagliatelo a pezzetti riducendo anche il tonno a tocchettini piccoli. Passate il tutto al tritacarne. Prendete il peperone e fatelo a dadini piccoli. Scaldate tre cucchiai d’olio in padella e soffriggetevi due spicchi d’aglio in camicia. Aggiungete il peperone e cuocete qualche minuto. Mettete a soffriggere il pesce tutto insieme. Ora sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco. Aggiustate di sale, pepe e aggiungete il peperoncino con il prezzemolo tritati finemente. Fate asciugare e togliete dal fuoco. Prendete la pasta, stendetela a circa 2mm di spessore, ricavatene tanti dischi con un coppapasta, farciteli con il ripieno di pesce e chiudeteli a mò di “sofficino”. Spennellate con l’uovo sbattuto insieme a un goccio d’acqua e infornate a 180°C per circa 20/25 minuti (dipende dalle dimensioni dei dischi che avete ricavato). Sfornatele e mentre si intiepidiscono preparate un pesto leggero con del basilico, olio, pinoli e aglio, senza formaggio che lascerete un po’ “lento”, più liquido del normale pesto genovese. Servite le empanadas accompagnate con la salsina al pesto (che chiamarlo pesto, belin, da ligure mi prende male) e rigorosamente..mangiatele con le mani!
Un tuo motto personale in cucina
“Cla, ciantitelo in ta’à zucca (ficcatelo in testa), per fare bene un piatto devi farlo due volte”. Sacre parole: la prima volta è il tentativo, la seconda è quella giusta.
Grazie Claudio per queste perle preziose, a questo punto ti chiedo un posto dove evadere e mangiar bene dalle tue parti.
Se passate dalle mie splendide riviere, fate un salto all’osteria Da Richetto a Genova Righi, sulle alture. Mi ringrazierete.
Anche tu hai una ricetta da condividere? scrivimi a questo indirizzo marta.criscione@gmail.com