Ven. 19 Apr. 2024
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Fallimento Lib: l’assessore Montrasio annuncia un’azione contro gli amministratori

[textmarker color=”E63631″]NORDMILANO[/textmarker] – E’ arrivata quasi una settimana dopo l’annuncio di chiusura. Ma alla fine è arrivata una comunicazione ufficiale del Comune di Sesto San Giovanni in merito al fallimento dell’incuabtore d’impresa Lib.

In una lunga lettera, l’assessore alle Attività Produttive di Sesto San Giovanni, Virginia Montrasio, affronta la questione della società Milano-Metropoli e del Lib, le società di proprietà pubblica che sono fallite per una gestione troppo politicizzata.

Una spiegazione che per la prima volta mette nero su bianco alcuni punti oscuri della storia di queste aziende pubbliche, ma che appare tardiva e soprattutto inutile. Come capita spesso nei documenti politici, la notizia vera è nelle ultime due righe: “il Comune di Sesto San Giovanni ha fatto formale richiesta al Curatore dell’avvio delle azioni di responsabilità contro gli Amministratori di MilanoMetropoli”.

“La poca chiarezza nella gestione della società è stata evidenziata dal nostro Sindaco nella prima riunione a cui ha partecipato a luglio 2012, durante l’Assemblea di Bilancio, che rappresentava una narrazione ben poco credibile.

Di seguito, è stato sollevato il “coperchio” e si è avviato il percorso della liquidazione prima e del fallimento poi, che ha coinvolto anche il LIB: durante la difficile Assemblea che ha sancito il fallimento della Società, il Comune di Sesto ha fatto richiesta dell’avvio di interventi per la chiara definizione delle responsabilità degli amministratori.

Le ragioni del fallimento sono da addebitare alla pessima gestione della Provincia, che ne aveva fatto un carrozzone di clientelismo e che aveva totalmente smarrito la mission dell’ex agenzia di sviluppo nord Milano… Basti pensare che le ultime attività prevedevano i progetti di sviluppo di alcune aree della Polonia (!) e la gestione delle passerelle dell’Idroscalo (!!).

Il LIB, tuttavia, ha retto dopo il fallimento di MilanoMetropoli perché la sua gestione caratteristica, fatta del pagamento degli affitti da parte degli ospiti a fronte delle spese per il suo mantenimento, ne ha consentito l’esercizio provvisorio per circa due anni. Ovviamente la situazione di incertezza, nefasta per chi fa impresa, ha portato al progressivo abbandono da parte di alcune attività che, unito al malcostume di alcuni che hanno deciso di non pagare più il canone di affitto, ha portato al suo lento esaurirsi, di cui la riunione di venerdì è stato l’ultimo atto.

Vittime di questa gestione dissennata sono in primo luogo le aziende ospiti del LIB, i dipendenti della struttura ma anche il nostro Comune, che si trova privo di uno strumento strategico per lo sviluppo del territorio come poteva essere MilanoMetropoli quando ne abbiamo più bisogno, nell’anno di EXPO, quando partono i lavori della Città della Ricerca e della Salute e mentre stiamo mettendo in atto le politiche di marketing territoriale in materia di semplificazione e di fiscalità locale più innovative della Lombardia.

Cos’ha fatto il Comune di Sesto in questi due anni? Premesso che, quand’anche vi fossero le risorse, agli enti locali è fatto divieto di rilevare immobili, il Comune di Sesto ha proposto alla BCC un progetto  in collaborazione con la Camera di Commercio che prevedeva da parte nostra la gestione dell’incubatore e da parte della banca l’acquisizione dello stabile; all’epoca, però, tale proposta non è stata ritenuta sostenibile da parte dell’istituto di credito.

Il Comune di Sesto ha fatto appello all’imprenditoria locale, affinché intervenisse nella partita, ma da più parti ci è stato detto che la particolare destinazione d’uso dell’immobile (“servizio pubblico”) rendeva poco attrattiva l’impresa. 

L’Amministrazione, infatti, ha sempre dichiarato la propria indisponibilità a valutare il cambio di destinazione d’uso, poiché riteniamo che il valore dell’incubatore sia nelle imprese ospiti, nell’attività svolta e nel know how maturato, non nella valorizzazione “sulla carta” dello stabile.

Per sgombrare il campo da incomprensioni e per agevolare la leggibilità del vincolo urbanistico, abbiamo approvato una delibera in cui spiegavamo che nello stabile potevano insediarsi aziende profit, ma con il vincolo di garantire una minima ricaduta in termini di beneficio pubblico da definirsi in convenzione.

Dopo questa delibera, nuovi imprenditori hanno bussato alla nostra porta (la cosiddetta “cordata interna”, l’imprenditore di Cinisello, un nuovo imprenditore la cui proposta è al vaglio in queste ore…): a loro abbiamo dato tutto il contributo possibile, in termini di disponibilità e professionalità del settore delle attività produttive, dell’urbanistica, dell’edilizia privata, dell’ambiente, oltre alla garanzia politica dell’interesse dell’Amministrazione alla positiva soluzione della vicenda, concretizzatasi in un costante lavoro di mediazione tra imprese, banca, curatore fallimentare. 

 Tutti i progetti via via si sono arenati o perché ritenuti deboli finanziariamente o perché curatore e giudice non hanno ritenuto soddisfacenti le proposte.

Nel frattempo, anche alla luce dei recenti sviluppi, il Comune di Sesto San Giovanni ha fatto formale richiesta al Curatore dell’avvio delle azioni di responsabilità contro gli Amministratori di MilanoMetropoli.

Cordiali saluti,

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