Mar. 23 Apr. 2024
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Arrivati undici profughi: inizia l’accoglienza

[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO[/textmarker] – Alla sede della Croce Rossa era tutto pronto da due giorni: letti fatti con lenzuola e coperte pulite, un piccolo kit per l’igiene personale e una tavola apparecchiata per ristorare dopo il lungo viaggio. I profughi attesi in città, dopo il sì dato dalle associazioni e dal sindaco alla richiesta del prefetto per far fronte all’emergenza degli ultimi giorni, sono atterrati a Malpensa domenica sera e arrivati a Cinisello alle 22,30.

Si tratta di 11 persone: non siriani come si pensava, ma centro-africani. I volontari della Croce Rossa e della Protezione Civile che li hanno accolti si erano preparati con una traduttrice araba, sperando di poter parlare anche inglese. In realtà la lingua che i neoarrivati masticano di più, anche se con difficoltà, è il francese. Provengono dalla Costa d’Avorio, dal Sudan, dall’Eritrea, dal Ghana, dal Senegal e dal Mali. Sono tutti uomini e tutti di età compresa tra i 20 e i 35 anni. Tutti hanno detto di essere di religione musulmana.

Sette sono stati ospitati nella sede della Croce Rossa di via Giolitti, mentre quattro nel residence di via Brodolini. Ad attenderli e a dare un supporto durante il loro arrivo, anche gli assessori Gianfranca Duca e Patrizia Bartolomeo.

Quando sono arrivati con il loro bagaglio fatto solo di un piccolo sacchetto con dentro gli effetti personali, prima ancora di togliersi i vestiti pesanti che avevano indosso, hanno voluto cenare. Un po’ di pasta e di cous cous, ma soprattutto tanta frutta. Poi si sono rilassati: una sigaretta all’aria aperta, una doccia, qualcuno ha pregato nella saletta che era stata allestita dai volontari, con un tappetino rivolto alla Mecca. Poi sono andati a letto. Da lunedì questa nuova avventura di ospitalità entra nel vivo.

“Ora organizzeremo tutte le forze disponibili per assisterli al meglio – spiega il presidente della Cri di Cinisello Marco Bartolomeo -. Come aiuto concreto, per chi volesse dare una mano, avremmo bisogno di qualcuno che parli bene il francese e qualche indicazione sulla dieta africana, in modo che si sentano a loro agio. Poi serviranno vestiti: sono tutti molto alti e magri”.

In questo senso la mobilitazione è stata già forte: le associazioni del territorio, in primis le parrocchie e la Caritas cittadina, si sarebbero già mobilitate per raccogliere indumenti e viveri. Anche diversi cittadini del quartiere sono passanti a informarsi e proporsi: come una famiglia egiziana, che prima ancora del loro arrivo ha bussato alla sede della Cri chiedendo come contribuire.

“Questo è un momento di vera emergenza – sottolinea un volontario – è un dovere per noi ospitare queste persone. Ma poterli aiutare è per noi anche un onore”.

(foto di repertorio: per rendere meno traumatico l’arrivo dei profughi dopo un viaggio stressante, i volontari hanno preferito evitare la presenza di macchine fotografiche)

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