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Cologno Monzese, dalla Strada all’Olimpo dei Biker: la “Harley Gotica” di Mauro Merino pronta a conquistare Milwaukee

Il 3 luglio da Cologno Monzese parte il viaggio visionario de “Lo Zingaro Biker”: una Harley Davidson horror, tra skull art, fratellanza motociclistica e futuro da serie Netflix. L’Italia che fa paura (e fa scuola) a Milwaukee

Chiunque conosca davvero il mondo Harley-Davidson sa che non si tratta solo di motociclette. È una cultura, un linguaggio, un modo di vivere. Chi ci entra non compra un mezzo: sposa un’identità. Ed è in questo solco che si muove Mauro Merino, alias “Lo Zingaro Biker”, artista, artigiano del metallo e spirito nomade, che il prossimo 3 luglio partirà da Cologno Monzese alla volta di Milwaukee per l’evento più importante del calendario biker mondiale: l’Harley-Davidson Homecoming Festival, in programma dal 10 al 13 luglio 2025.
Ma non si presenterà da solo. Con lui ci sarà la sua creatura: una Harley Davidson S-M Gothic, trasformata in un’opera d’arte rolling horror.
Teschi, catene, gufi, dettagli gotici che sembrano usciti da un incubo firmato Tim Burton o da una saga de I Pirati dei Caraibi, ma reali, tangibili, scolpiti nel metallo. Una moto unica nel suo genere che ha attirato l’attenzione della stessa Harley-Davidson Spagna, che ha invitato Merino a rappresentare questa estetica visionaria oltreoceano.
Ho creato un serbatoio che Harley Davidson non ha”, spiega Mauro con la sincerità e l’ironia che lo contraddistinguono. “Ma non solo, perché le modifiche riguardano anche manubrio forcelle, telaio, al punto che il lavoro ha richiesto una nuova omologazione. Si, perché la mia Harley non è solo da esposizione. Volevo essere certo di poterla guidare in strada in tutta regolarità. Ho venduto la macchina e la mia creatura, finché il fisico mi regge, sarà il mio unico mezzo di trasporto. Il paradosso? L’America ci manda l’icona. E un italiano gliela restituisce, più folle e libera di quanto loro stessi immaginassero.”

L’identità dietro il mito
Il progetto non nasce per provocazione, ma per coerenza. Perché Harley Davidson non è solo cromature e cavalli vapore, è appartenenza. È fratellanza. E lo dice lui stesso: “Chiunque tocchi una Harley sa che non sta solo scegliendo una moto. Sta scegliendo un mondo. E in quel mondo, il concetto di amicizia è superato da quello di famiglia”.
Mauro Merino è uno che la strada la conosce. Fisicamente e spiritualmente. Non è la prima volta che si mette in viaggio per ridefinire i confini della cultura motociclistica: il suo tour Torino-Finlandia resta ancora oggi una delle imprese più discusse e ammirate dai biker europei.

Arte, sicurezza e futuro
Ma stavolta la missione va oltre lo stile. Merino porta con sé anche un messaggio forte e chiarissimo: la sicurezza stradale. Lo fa con credibilità, in modo diretto e senza moralismi. La sua Harley Davidson è un veicolo di comunicazione visiva, si. Ma anche un manifesto itinerante. “Non pensavo che questa moto avrebbe generato tanto clamore. Ma l’idea alla base è semplice: scuotere, sorprendere, far riflettere. Se riesco a farlo con una moto, tanto meglio.”
Ed è proprio questa capacità di unire estetica, narrativa e visione a catturare l’interesse di produzioni internazionali: in ballo ci sono spot pubblicitari, collaborazioni artistiche, ma soprattutto una serie TV a tema su Netflix, che potrebbe trasformare “Lo Zingaro Biker” in un simbolo crossmediale del motociclismo italiano nel mondo.

Una dedica personale
E come ogni opera autentica, anche questa ha un cuore pulsante: una dedica intima e personale, rivolta a una donna che Mauro chiama semplicemente “una musa ispiratrice, una presenza fondamentale. SM”. Nessun nome, nessuna retorica. Solo la verità di chi crea con l’anima, oltre che con le mani.

Un’icona in partenza
Dopo la presentazione pubblica a Cologno Monzese, la moto verrà imballata, alleggerita, svuotata di carburante e preparata per la spedizione via aereo da Milano. Ma non è un addio. È solo un passaggio di consegne. Perché da quel momento, la Harley Gotica parlerà al mondo in italiano, sulle highway americane, come un simbolo di quella capacità tutta nostrana di fondere artigianato, immaginazione e ribellione.

Mauro Merino non è un outsider. È un artista perfettamente dentro il proprio tempo, che ha scelto la strada per raccontare storie nuove su due ruote. E questo, a ben guardare, è molto più di un viaggio.

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