Ven. 25 Apr. 2025
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Trapiantato a Niguarda il cuore artificiale che assomiglia a quello vero

L’intervento, il primo nel Nord Italia, è stato eseguito dal dottor Claudio Russo, sestese doc, responsabile dell'équipe della Cardiochirurgia e Trapianto dell’ospedale milanese. In un futuro nemmeno poi tanto remoto, potrebbe diventare una soluzione definitiva al trapianto di cuore. Intervista

All’ospedale di Niguarda il futuro è già arrivato. Nei giorni scorsi è stato impiantato un cuore artificiale su un paziente da diversi mesi in attesa di un trapianto: “È la prima volta che un’operazione del genere avviene nel nord Italia”. A parlarcene è il dottor Claudio Russo, sestese doc, responsabile dell’équipe della Cardiochirurgia e Trapianto dell’ospedale milanese che ha guidato l’operazione, supportato dallo staff dell’Anestesia e Rianimazione Cardiotoracovascolare, diretto da Michele Mondino.
Si è trattato di un intervento rivoluzionario. Le prime operazioni di questo genere sono iniziate un anno e mezzo fa in Francia dove è nata e si è sviluppata la tecnologia utilizzata per la costruzione di cuori artificiali di ultimissima generazione. “Fino ad oggi si contano solo una cinquantina di interventi di questo genere in tutto il mondo”, spiega il dottor Russo. L’organo artificiale in questione è  munito di valvole biologiche e va a sostituire totalmente il cuore con funzioni molto vicine a quelle fisiologiche. Il device di ultima generazione è stato utilizzato per trattare un paziente adulto, proveniente da un’altra regione, affetto da grave scompenso cardiaco con disfunzione di entrambi i ventricoli, da diversi mesi in attesa per un trapianto di cuore.

Il cuore artificiale di nuovissima generazione realizzato da Carmat (immagine Carmat)

“Il nuovo cuore artificiale –  spiega il dottor Russo – si compone di una camera ventricolare sinistra e una ventricolare destra. Questa configurazione lo differenzia dai sistemi di assistenza utilizzati normalmente, i cosiddetti Vad (Ventricular Assist Device), che sono   pompe a turbine miniaturizzate in grado di fornire un flusso sanguigno di tipo continuo (costante, senza una sistole e una diastole), con funzione di supporto pressoché esclusivo al ventricolo sinistro”. Il cuore artificiale con le sue quattro valvole biologiche è invece in grado di generare un flusso fisiologico di tipo pulsato, cioè con una pressione sistolica e una diastolica come nella fisiologia normale. Tra i vantaggi di questo nuovo device rientrano anche le superfici interne totalmente rivestite di membrane biologiche che richiedono bassi livelli di terapia anticoagulante con un ridotto rischio di complicanze correlate.
Questo tipo di device rappresenta un passo in avanti per migliorare la condizioni di chi va incontro a uno scompenso cardiaco biventricolare, tale da rendere necessario un trapianto cardiaco, ma che proprio per la compromissione di entrambi i ventricoli non può giovarsi dell’impianto di un Vad.

Il cuore artificiale che potrebbe diventare una soluzione definitiva al trapianto

“Si consideri  – prosegue il dottor Russo – che l’attesa media in lista ordinaria per trapianto di cuore in Italia è di circa tre anni e mezzo; una tecnologia che si avvicina molto alla fisiologia del cuore naturale può aiutare a portare i pazienti ad affrontare il trapianto nelle migliori condizioni possibili ”.  “L’auspicio – conclude Russo – è che in un futuro nemmeno tanto remoto l’impiego di questo cuore artificiale possa perfezionarsi e divenire una soluzione alternativa definitiva al trapianto di cuore, in particolare per quelle categorie di malati con disfunzione cardiaca biventricolare e con controindicazioni al trapianto stesso”.
Angelo De Lorenzi

cuore artificiale
Il cuore artificiale realizzato da Carmat (immagine Carmat)
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