Gio. 02 Mag. 2024
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Nord Milano, l’economia circolare fra presente e futuro

Istituto Gatti, Centro studi di CONFARTIGIANATO, ha arricchito il rapporto nazionale con una mini ricerca territoriale strettamente riferita ai comuni del nostro territorio

Nonostante gli allarmi sulle crisi ambientali siano d’attualità, il tasso di circolarità nell’economia mondiale sta diminuendo: in cinque anni siamo passati dal 9,1% al 7,2.

Sono questi alcuni dei dati al centro della quinta edizione del Rapporto nazionale sull’economia circolare, realizzato dal Circular Economy Network – in collaborazione con ENEA e con il patrocinio della Commissione Europea, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, presentato mercoledì scorso a Roma, presso il Nazionale Spazio Eventi di via Palermo, anche in diretta streaming.

Istituto Gatti, Centro studi di CONFARTIGIANATO, ha arricchito il rapporto nazionale con una mini ricerca territoriale strettamente riferita al NordMilano. Di seguito alcuni passaggi chiave del rapporto di interesse diretto per il sistema.

MONDO: il tasso di circolarità nell’economia mondiale – come detto all’inizio – sta diminuendo: in 5 anni siamo passati dal 9,1%al 7,2%: il pianeta ricicla e riusa di meno.

ITALIA e Europa: il tasso di circolare dei materiali in Italia è del 18,4% resta più alto della media UE (11,7%): Italia in testa anche nella percentuale di riciclo sul totale dei rifiuti prodotti, speciali e urbani, con il 72%. Nella classifica complessiva della circolarità (Italia, Germania, Spagna e Polonia) restiamo dunque leader ma nella tendenza degli ultimi 5 anni perdiamo posizioni: la Spagna ci segue a ruota e sta tenendo un ritmo di cambiamento più veloce dell’Italia.

Il NORDMILANO ha un tasso leggermente superiore alla media italiana (20,6%) con punte di eccellenza nel segmento degli autoveicoli, delle bici e delle macchine utensili, in media italiana per i veicoli elettrici, l’abbigliamento, l’arredo. Le aziende che riparano sono circa 400 in diminuzione di circa il 6%. Purtuttavia, l’incremento (solo Paderno in lieve controtendenza) medio generale dei datori di lavoro nell’ultimo biennio nei nostri comuni (2042 Sesto; 1684 Cinisello;1114 Cologno;976 Paderno; 571 Bresso; 472 Cormano; 428 Cusano) ha favorito l’apertura di nuove imprese soprattutto nelle microimprese.

RIPARAZIONE: le aziende che riparano nel 2020 in Italia sono quasi 24.000 mila e l’Italia si colloca al 3° posto tra le cinque economie più importanti d’Europa, dietro alla Francia (35.300 imprese) e alla Spagna (29.100). negli ultimi anni le nostre aziende sono diminuite: 2622 in meno rispetto al 2011 quasi -10%. Se si considera il valore della produzione generato dalle aziende in Italia supera i 2.1 Mld € (+122 M€ circa rispetto al 2011) dietro alla Francia (4,5 Mld€)a pari merito con la Spagna e davanti alla Germania (2Mld€). Gli addetti nelle imprese di riparazione operanti in Italia nel 2020 sono quasi 10.800 (in calo di circa 1500 rispetto al 2019 e di 2.300 circa sul 2011), mentre Germania, Spagna e Francia impiegano un numero di addetti più che doppio rispetto all’Italia.

TREND CONSUMATORI: negli ultimi 3 anni, quasi un italiano su 2 ha acquistato un prodotto usato e uno su tre un prodotto ricondizionato o generato. Oltre l’80% delle persone pensa che ridurre il packaging sia importante. Leasing, noleggio e sharing sono utilizzati più della media (+10-11%) dalla fascia di popolazione compresa tra i 18 e i 30 anni. Gli under 30 però sono i più scettici circa le proposte per incentivare un approccio più circolare alle scelte d’acquisto e hanno poca fiducia nella capacità di migliorare la governance del settore.

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