Ven. 03 Mag. 2024
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Verso città più inclusive

Il numero delle persone disabili va progressivamente aumentando, e le Nazioni Unite stimano che entro il 2050 il 15% delle persone che vivono in città saranno disabili. Questo non fa che accrescere il già conclamato bisogno di un cambiamento nel modo in cui le città vengono pensate.

Sono in molti a pensare che l’inclusività in ambito cittadino non sia possibile a causa di come moltissime città italiane furono costruite in antichità, e di come la preservazione di borghi cittadini e centri storici non giochi a favore di città accoglienti per tutta la popolazione. Tuttavia, ci sono già alcuni esempi di come città antiche possono diventare accessibili grazie all’installazione di dispositivi che aiutino il superamento delle barriere architettoniche. È questo il caso di Chester, in Inghilterra, dove rampe, ascensori e scale mobili sono stati adottati per permettere a tutti i visitatori di accedere alle antiche mura romane, il simbolo della città.

Come possono allora le città italiane impegnarsi per garantire ai propri cittadini pari opportunità e per mettere sullo stesso piano i bisogni di tutti?

Caratteristiche urbane

Dal punto di vista organizzativo una città inclusiva deve in primo luogo rimuovere tutte le barriere architettoniche che impediscono a persone in carrozzina di potersi spostare in libertà autonomamente. Scivoli, rampe e ascensori sono solo alcuni dei dispositivi che possono essere installati con questo scopo. Altri cambiamenti devono riguardare i semafori e i marciapiedi, in modo che anche persone non vedenti possano farne uso in sicurezza.

Non solo il suolo pubblico ma anche tutti gli esercizi commerciali, luoghi di cultura e uffici pubblici dovranno adattarsi a questi cambiamenti, rendendo gli ingressi accessibili, fornendo parcheggi per auto adibite al trasposto di disabili e mettendo a disposizione servizi igienici adatti.

Iniziative

Esistono alcune iniziative nazionali e internazionali che promuovono lo sviluppo di città più accessibili e inclusive. L’Access City Award, istituito dalla Commissione europea nel 2010, ha proprio questo obiettivo. Lo scopo di questa competizione è di premiare le città più virtuose in ambito di nuove tecnologie, infrastrutture, servizi pubblici e ambiente cittadino che incentivino l’integrazione sociale di tutti i cittadini.

In Italia, lo sviluppo accessibile della città è invece regolato dalla legge 13/1989 e moltissime città hanno sviluppato piani autonomi per la rigenerazione urbana. Nonostante il grande impegno però, molto può e deve essere ancora portato a termine da parte delle amministrazioni comunali. Il trasporto pubblico, in particolare, è l’argomento che più di tutti scalda il dibattito e che in Italia ancora non è all’altezza degli standard europei. Fermate, pensiline e mezzi stessi, che si tratti di autobus, tram o treni, per la maggior parte non sono ancora attrezzati adeguatamente.

L’Italia è quindi ancora abbastanza lontana dall’avere città inclusive. Tuttavia, anche nel nostro bel Paese ci sono esempi di eccellenza, come Milano, Torino e Pompei, che grazie all’iniziativa “Pompei per tutti” ha inaugurato il più grande itinerario archeologico accessibile a persone disabili in Italia.

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